AIELLO CALABRO – Torna di attualità la questione delle case popolari di Rione Patricello, per l’assegnazione delle quali era stato predisposto, nella scorsa primavera, poco prima delle elezioni comunali, un apposito bando al quale parteciparono diverse famiglie interessate. Da allora però – sebbene la legislazione vigente (L.R. 32/96, art. 16, comma 3) prevedesse la pubblicazione dell’esito provvisorio entro 60 giorni dalla chiusura del bando di concorso (e cioè subito dopo la prima decade di luglio, ndc) – non si è più saputo nulla.
Sulla vicenda è intervenuta - ancora una volta - l’opposizione consiliare di AdP che ha stigmatizzato come ingiustificabile il ritardo dell’avvio delle procedure da parte dell’amministrazione comunale.
«Questo ritardo (sono trascorse due stagioni) non è giustificale – scrive in una nota AdP - in quanto gli alloggi di edilizia pubblica sono destinati alle fasce più ‘deboli’ della popolazione che ora sono costrette a sopportare tutte le intemperie e i disagi della stagione invernale, con tutte le conseguenze, anche e soprattutto in ambito sanitario, che da essa derivano, quando almeno otto di esse avrebbero potuto passare un Natale sereno, in una casa asciutta e calda».
In particolare, nella interrogazione a risposta scritta, l’Opposizione chiede al sindaco Iacucci di spiegare: «perché malgrado il bando di concorso sia scaduto sin da maggio scorso, il Comune non si è adoperato per consegnare nel più breve tempo possibile gli alloggi»; «se è stata redatta una graduatoria provvisoria»; «se sono stati individuati i membri che andranno a costituire la commissione e in caso affermativo se ne vuole conoscere la composizione»; «quanto tempo dovrà ancora trascorrere affinché gli appartamenti vengano consegnati e quali provvedimenti intende adottare codesta amministrazione comunale al fine di velocizzare la procedura»; e infine, «se sono state individuate eventuali responsabilità in merito a questo ingiustificato ritardo».
Nel documento, AdP mette pure in rilievo la stessa redazione del bando di concorso giudicato «arbitrario e incoerente rispetto a quanto sancito dalla legislazione vigente in materia di edilizia residenziale pubblica», poiché prevedeva «la presentazione del certificato della conservatoria dei Registri immobiliari, al fine di attestare l’impossidenza di fabbricati da parte del richiedente, causando allo stesso un esborso patrimoniale non indifferente».
In relazione a questo ultimo aspetto, i consiglieri di minoranza Bruni, Bossio e Naccarato chiedono a Iacucci: «Se i vincitori del concorso dovranno nuovamente presentare il certificato della Conservatoria dei Registri Immobiliari, causando così ulteriori spese che potevano essere evitate»; e «Per quale motivo l’Ente Comunale ha richiesto ai cittadini di presentare il certificato della conservatoria dei Registri Immobiliari e non ha accolto la proposta di sostituirlo con la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà».