Staminali: da italiani acceleratore per ricerca su cervello
ROMA - Un acceleratore per la ricerca sulle cellule staminali del cervello: non e' una promessa ma il risultato del metodo messo a punto fra Italia e Scozia, nell'ambito del consorzio europeo EuroStemCell. Utilizzando cellule staminali di embrioni di topo, i ricercatori hanno scoperto come riuscire a moltiplicare in laboratorio le cellule neurali immature fino a ottenere popolazioni di cellule pure, ossia perfettamente omogenee dalle quali i ricercatori hanno ottenuto i diversi tipi di cellule specializzate che costituiscono il cervello.
Grazie a questa tecnica adesso saranno più brevi i tempi sia per comprendere che cosa accade in alcune gravi malattie neurologiche, come il Parkinson o la corea di Huntington, sia per scoprire bersagli per nuovi farmaci.
La scoperta, pubblicata on line dalla rivista internazionale PLoS Biology, si deve al gruppo del Laboratorio delle cellule staminali dell'università di Milano diretto da Elena Cattaneo, in collaborazione con il gruppo dell'università di Edimburgo diretto da Austin Smith. Oltre che da EuroStemCell, la ricerca e' stata finanziata da Medical Research Council e Welcome Trust, e anche, parzialmente, da Fondazione Telethon e Ministero per l'istruzione, università e ricerca attraverso il fondo per la ricerca di base (Firb).
Finora i ricercatori che si occupavano di cellule staminali del cervello avevano a disposizione solo degli aggregati di cellule al cui interno si trovavano cellule dalle caratteristiche molto diverse, ha osservato Luciano Conti, del laboratorio per la ricerca sulle cellule staminali dell'universita' di Milano. 'Cosi' - ha aggiunto - abbiamo cercato di aggirare questo ostacolo e siamo ripartiti da zero'.
Il punto di partenza sono state cellule staminali embrionali di topo. 'Il nostro lavoro e' partito dalle cellule staminali embrionali - ha detto Elena Cattaneo - e da queste abbiamo messo a punto la procedura per estrarre e mantenere popolazioni di cellule omogenee e pure. Non sarebbe potuta andare diversamente: solo dalle staminali embrionali si possono ottenere popolazioni omogenee'. Il passaggio successivo e' stato lavorare su tessuti adulti prelevati dal cervello di topi e poi su tessuti adulti umani.
Cocktail molecolari hanno permesso di stimolare la crescita e lo sviluppo delle cellule immature presenti nel tessuto cerebrale e di ottenere popolazioni selezionate di cellule del cervello, ad esempio astrociti o neuroni. 'Adesso - ha osservato Conti - abbiamo a disposizione una tecnica che permette di espandere all'infinito le cellule staminali'. Perciò diventa possibile utilizzare queste grandi popolazioni di cellule per riprodurre modelli di gravi malattie come il Parkinson o la Corea di Huntington. Proprio queste sono i bersagli della nuova fase della ricerca, sulla quale e' gia' al lavoro il gruppo dell'università milanese.
L'obiettivo, ha detto Elena Cattaneo, 'non e' utilizzare le cellule staminali per scopi riparatori, ma studiare i meccanismi di malattie come la Corea di Huntington o il Parkinson per capire perché i neuroni degenerano e per identificare molecole bersaglio sulla base delle quali sviluppare nuovi farmaci'. Nel caso della Corea di Huntington, per esempio, un gene alterato presente fin dalla nascita causa la morte di alcuni neuroni. Inserendo il gene malato nelle cellule staminali ottenute in laboratorio, e' possibile seguire le alterazioni molecolari che esso provoca sia durante lo sviluppo dei neuroni sia nei neuroni maturi.
Sulle cellule in coltura potranno inoltre essere sperimentate nuove strategie farmacologiche, in modo da ottenere più rapidamente una risposta sui loro effetti e da ridurre il numero di animali utilizzati nella sperimentazione dei farmaci.