Amantea. Libero dopo quasi due anni di custodia l’ex assessore coinvolto nell’operazione “Nepetia”
Si attende la sentenza del Tribunale di Paola sulle presunte collusioni con i clan
di PAOLO OROFINO su Il Quotidiano del 08/09/2009 a pag. 28
AMANTEA – L’ex assessore Tommaso Signorelli, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, torna in libertà. Dopo quasi due anni di custodia cautelare, prima in carcere e poi ai domiciliari, Signorelli ritrova la libertà, in attesa che il tribunale di Paola pronunci la sentenza nel processo che lo vede imputato del reato 416 bis, perché ritenuto politico di riferimento della cosca Gentile-Africano, sgominata dall’operazione Nepetia, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
L’ex componente della giunta comunale è agli arresti dal 20 dicembre del 2007, giorno in cui è scattata la maxiretata ordinata dai pm della Dda, che ha emesso ben 39 decreti di fermo nei confronti di capi e gregari della ndrina amanteana. Signorelli, difeso dagli avvocati Armando Veneto, Franco Sammarco e Giuseppe Bruno, torna in libertà, perché, secondo i giudici, sono cessate le esigenze cautelari. “Politico di riferimento del clan dal 2004 al 2007 – sostengono gli inquirenti agli atti, riferendosi all’ex assessore – eletto alla carica di consigliere comunale nel comune di Amantea, con voti procacciati dal clan, ha favorito il sodalizio nell’acquisizione di appalti e servizi pubblici, in particolare per la prosecuzione della gestione del porto e l’aggiudicazione dei lavori di manutenzione dell’imboccatura per il continuo insabbiamento del porto, nonché per qualsiasi necessità dei singoli sodali”.
Il legame con Tommaso Signorelli, che alle ultime elezioni comunale ha ottenuto ben novecento voti di preferenza determinando la vittoria della lista in cui era candidato, è uno dei motivi alla base dello scioglimento del consiglio comunale di Amantea. L’amministrazione guidata dal sindaco Franco Tonnara è stata sciolta per “infiltrazione mafiosa” con decreto del capo dello Stato. Signorelli, prima di diventare assessore con Tonnara, aveva ricoperto medesimo incarico con la giunta capeggiata da Franco La Rupa, sindaco della città tirrenica dal 1998 al 2005. Signorelli, a seguito di aspri contrasti con La Rupa –, quest’ultimo pure implicato nell’inchiesta Nepetia – nel 2006 decide di candidarsi con la lista civica di Tonnara e con il record di preferenze e determinante nel risultato delle votazioni.
Le prove contro Signorelli sono una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Poi c’è la pesante dichiarazione di Franco Samà, ex amministratore delegato dell’Ap pennino Paolano, Spa, fra gli arrestati di Nepetia. Samà, nel corso dell’interrogato rio di garanzia, all’indomani dell’arresto, ha fornito ai pm elementi tendenti a dimostrare il rapporto fra Signorelli e il capocosca Tommaso Gentile.