Domenico Cersosimo aveva dichiarato che bisognava «rivedere il piano di rientro». Chiamato in ballo, il soggetto attuatore del settore sanità ha precisato alcuni punti
20/03/2009 Ettore Jorio, soggetto attuatore del settore sanità della Regione Calabria, interviene con una dichiarazione dopo l’incontro romano sui conti della sanità calabrese e le dichiarazioni rese dal vicepresidente della Regione Domenico Cersosimo. Spiega la sua versione dei fatti e precisa sei punti. Il più importante, però, è quello in cui spiega che il debito non è di 198 milioni di euro, bensì di 123,6 milioni. «Mi si coinvolge nella determinazione del debito pregresso regionale e in particolare – ha detto Jorio – di un maggiore debito annotato nei consuntivi aziendali di esercizio 2007.
Mi si ritiene, però, autore delle relative iscrizioni in bilancio. Al riguardo, va precisato: che la somma annotata nei bilanci 2007, a seguito degli accertamenti riferiti ai debiti pregressi, è di 123,6 mln di euro e non già di 198 mln; che nella qualità di soggetto attuatore del Commissario per l'emergenza non ho avuto modo di iscrivere direttamente alcunchè nei bilanci di esercizio 2007 e 2008, anche perchè sprovvisto di qualsiasi titolo per farlo; che la suddetta cifra altro non è che la somma delle sopravvenienze passive (rectius, i maggiori debiti e costi mai annotati ed accertati), scaturenti dalla ricognizione del debito pregresso 2001-2006, ma soprattutto delle insussistenze dell’attivo (rectius, la cancellazione di crediti inesistenti che le aziende si riportavano da anni) registrata nel conto economico del 2007, nell’assoluto rispetto delle norme civilistiche e fiscali, nonchè in ossequio ai principi contabili nazionali e internazionale, anche IPSAS; che le dette appostazioni contabili sono state iscritte (non poteva essere altrimenti) dalle Aziende sanitarie e ospedaliere a seguito di accurati controlli e riconciliazioni effettuate con la dirigenza regionale, sotto la vigilanza e secondo gli indirizzi forniti dal Commissariato per l’emergenza con apposite linee guida; che il debito pregresso 2001-2007 accertato dal Commissariato, che pare essere stato condiviso nella totalità dall’advisor governativo, è stato di 1.792 mln di euro, oltre all’eventuale deficit risultante dal rendiconto delle spese accentrate della Regione, agli altrettanti molto eventuali riconoscimenti dei debiti fuori bilancio da doversi formalizzare e al contenzioso in atto gestito direttamente dalla Regione in materia sanitaria; che, infine, bisognerebbe pretendere dal Governo l'estromissione delle componenti straordinarie (sono tali le riferite sopravvenienze e insussistenze passive dei pretesi 198 mln di euro) dal calcolo del disavanzo operativo 2007, proprio per la loro straordinarietà e, quindi, di spalmarle per gli anni di competenza (2001-2006) al fine di farle rientrare nell’invocato piano di rientro. Un fiume in piena, quindi, che certamente non permettere di chiudere qui il discorso.