Colpita una scuola ONU: 30 morti, molti bambini. Le immagini scorrono frenetiche tra le tv satellitari, terrestri, blog, siti internet. Le mamme scappano con le mani in fronte ed invocano dei che sembrano assenti. Le braccia dei padri sono l’ultimo letto per quei mucchietti di pelle zuppi di sangue. Un cinico spettacolo di innocenza rubata, un inaudito scorcio di violenza gratuita.
In Italia sono giorni che fiocca e tutto ciò desta non spettacolo, bensì allerta e preoccupazione. Magari cadesse la neve a Gaza, magari i ciottoli delle strade diventassero soffice cuscino, così che le mani dei bambini possano riempirsi di un gioco della natura e alzarsi al cielo senza paura di piogge bellicose.
Sì, siamo miopi. Un po’, molto. Non so. Se guardassimo il dolore immedesimandoci almeno per un secondo, ci mobiliteremmo per un aiuto umanitario immediato. La nitidezza delle immagini via cavo non mostra la netta realtà se questa non viene accompagnata dalla percezione anche mentale di chi la osserva. Il risultato è un offuscamento parziale se non totale, se poi si considera il martellamento di altri flussi notiziari – dai saldi, alle befane, ai disagi autostradali.
Navigando su www.repubblica.it stamattina, ho scovato un album fotografico. Autore: SAVE THE CHILDREN. Quanta dignità in quei sorrisi a piedi nudi, quanto smarrimento in quei visetti non lavati al mattino. Quando a volte la verità, la realtà non ci viene mostrata, scaviamola, cerchiamola, facciamola nostra. Cerchiamo di vederci meglio e diamoci da fare.
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