SCUOLA & GIOVANI: In Campania, Sicilia e Puglia oltre il 25% degli studenti lascia dopo le medie.
Le cause: precarietà dei docenti, edifici fatiscenti e crisi culturale. Scuola, Bankitalia lancia l'allarme. "Al sud 1 ragazzo su 4 si ritira"
ROMA - I ragazzi del sud sono in fuga dalla scuola. A lanciare l'allarme è uno studio di Bankitalia: uno studente su quattro abbandona la scuola dopo le medie. La situazione più critica si registra in Campania, Sicilia e Puglia dove la percentuale di abbandono scolastico supera il 25%. Un dato nettamente superiore alla media nazionale che si ferma poco sotto il 20%, con il nord-ovest più o meno al 18%, il nord-est al 15% e il centro a circa il 13%.
Lo studio, che ha come tema 'La dispersione scolastica e le competenze degli studenti' sottolinea che rispetto al centro e al nord la percentuale degli abbandoni precoci è in linea con la media europea, il Mezzogiorno "si caratterizza per una maggiore dispersione scolastica e una più elevata incidenza di giovani con scarse competenze". Uno scenario davvero preoccupante che ha radici profonde. Troppi insegnanti a tempo determinato, scuole fatiscenti e scarsi stimoli culturali dall'ambiente familiare, sono questi secondo Bankitalia, i principali elementi della crisi.
Insegnanti. Secondo lo studio, una minore precarietà degli insegnanti potrebbe essere l'arma in più per combattere la fuga degli studenti dalla scuola. Questo perché "l'efficacia del sistema scolastico non dipenderebbe dal numero dei docenti impiegati ma dalla loro composizione". In particolare, secondo Bankitalia, "una minore percentuale di docenti a tempo determinato contribuirebbe a ridurre il rischio di dispersione", così come la presenza del tempo prolungato nella media inferiore" e scuole più adeguate alla loro funzione formativa.
Edilizia scolastica. Uno dei gravi problemi della scuola del Mezzogiorno è costituito dall'edilizia scolastica, dove il sud è molto indietro rispetto al resto del Paese. "Nelle regioni meridionali - si legge nel documento - le percentuali di edifici impropriamente adattati a uso scolastico e di scuole con infrastrutture e impianti igienico-sanitari scadenti sono superiori a quelle del centro-nord". E le peggiori infrastrutture, "possono sia influenzare negativamente gli apprendimenti degli studenti sia segnalare una minore attenzione degli enti locali nei confronti del mondo della scuola".
Cultura. Non bisogna però dimenticare che la crisi è soprattutto culturale e l'ambiente familiare gioca un ruolo di notevole importanza. Secondo lo studio, avere i genitori laureati piuttosto che con la sola licenza media "allontanerebbe di circa 10 volte la probabilità di essere in ritardo o di abbandonare gli studi". Ma al sud la situazione è critica: il 57% della popolazione tra i 35 e i 55 anni, verosimilmente i genitori dei quindicenni attuali, ha al massimo il titolo di licenza media. Ben il 13% in più rispetto al centro-nord.
L'Europa. Per Bankitalia, la crisi del sud è il motivo principale per cui il nostro Paese non riesce ad entrare nei parametri Ue, concordati nell'ambito della strategia di Lisbona. Mentre il centro e il nord-est hanno concrete possibilità di centrare l'obiettivo di una dispersione scolastica vicina al 10% entro i prossimi tre anni, il sud continuerebbe comunque a registrare una media superiore al 20%.
Fonte: La Repubblica.it - (26 agosto 2008)
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