AIELLO CALABRO – Dell’Olivo e dei suoi veleni si è parlato, ancora una volta, nel corso dell'incontro tenutosi domenica 10 giugno nella cittadina che sovrasta la vallata.
Hanno aperto il dibattito, coordinato dal presidente di AdP Ernesto Cicero, l’on. Roberto Occhiuto che ha riconfermato l’attenzione alla vicenda, oggetto peraltro di una sua interrogazione parlamentare di qualche mese fa; e il segretario provinciale Udc Giovani Andrea Bruni il quale ha promosso l’iniziativa assieme al gruppo consiliare di minoranza di Alleanza di Progresso. Bruni, introducendo, ha posto l’accento sui rischi per la salute provenienti dalle sostanze nocive stipate nell’Olivo, chiedendo che le istituzioni, tutte insieme, per fare rinascere il territorio, così come recita l’auspicio contenuto nel titolo dell’incontro, si muovano in fretta per avviare le operazioni di risanamento. A seguire, gli interventi della consigliera di AdP Naccarato che ha espresso le preoccupazioni e le ansie delle mamme per la salute dei propri figli.
Proprio sui dati dell’inquinamento riscontrato nell’alveo fluviale, ha basato l’intervento Alfonso Lorelli, che già dal 2004 con il benemerito Comitato civico De Grazia di Amantea si occupa del caso. In modo chiaro, ha esplicitato come stanno le cose, ricordando i valori delle sostanze tossiche presenti, e la loro pericolosità per la salute, come peraltro aveva evidenziato il prof. Massimo Lopez, oncologo di fama mondiale già direttore del Regina Elena di Roma, in un recente convegno ad Amantea. Lorelli, inoltre, ha chiesto alla regione Calabria – rivolgendosi alla Fagà e a Dattolo presenti al tavolo dei relatori - che si adoperi per ripristinare subito la salubrità dei luoghi, almeno di quelli con maggiore indice di pericolosità.
La presidente dell’Arpacal, rassicurando sugli impegni verso il territorio, ha parlato della latitanza, negli anni, delle istituzioni che non hanno vigilato abbastanza, e nel contempo ha esortato i giovani a continuare a seguire l’esempio di cittadinanza attiva, per fermare quello che ha definito “stragismo ambientale”. La dirigente dell’agenzia ambientale ha pure annunciato che a breve sarà avviato nella zona, dai laboratori Arpacal, una ricerca epidemiologica sull’incidenza tumorale.
In questi termini anche il contributo del presidente della commissione ambiente della regione, on. Dattolo, che ha condiviso l’analisi della Fagà circa la scarsa attenzione in passato sui territori verso i quali si sono perpetrati danni incalcolabili. Per quanto riguarda i costi della bonifica ha ipotizzato grandi cifre, ed ha altresì auspicato la restituzione ai cittadini delle terre bonificate.
A parte gli impegni di cui tutti si sono fatti carico - e gli apprezzamenti per il lavoro svolto alla Procura di Paola e al dott. Giordano che in questi anni ha cercato la verità, e di assicurare alla giustizia gli untori dell’Olivo, così come allo stesso Comitato De Grazia per continuare a tenere sotto i riflettori la vicenda - c’è da registrare la polemica sollevata dall’intervento del sindaco di Aiello Franco Iacucci. La contesa è, nonostante gli acclarati risultati ufficiali delle analisi e della caratterizzazione dei siti indagati, se nella vallata vi sia radioattività artificiale, ovvero il cesio 137, o più semplicemente naturale, derivante da rocce radioattive. Per Iacucci, che ha citato brani della relazione Ispra-Arpacal, non risultano tracce di radioattività artificiale, né la relazione Brancati sulle malattie oncologiche si baserebbe su dati scientifici.
Pronte le ribattute, in particolare di Lorelli che ha riletto i passaggi chiave della relazione Ispra-Arpacal in cui si evince, in modo patente, che la radioattività artificiale è presente (in alcune zone è attestata pure quella naturale, che non esclude però la esistenza conclamata di terreno contaminato da cesio 137, proveniente, probabilmente, da altrove, ndc), insieme ad altre sostanze inquinanti oltre i limiti di legge e di tante altre porcherie, e che, dunque, è doverosa una bonifica al più presto. Un obiettivo da raggiungere, “Senza contrapposizioni”, invita in ultimo la presidente Fagà. “Mettiamoci insieme, perché insieme risolviamo i problemi”.
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