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Intervista all'On Occhiuto

OCCHIUTO: "Proviamo a ricostruire la Calabria"

Di Alesandro Caruso

occhiutoROMA - L'onorevole Roberto Occhiuto, deputato dell'Udc, ha la lealtà di dirlo: "Sto vivendo con difficoltà il fatto di aver iscritto il mio nome in una categoria, quella dei politici, che non è amatissima in questo momento". Ma non si demoralizza e indica la via del rinnovamento. È compito dei politici, soprattutto di quelli giovani e preparati come lui, quello di proporre un nuovo appeal della classe politica. Si parte da ciò e si procede parlando del mondo dell'impresa, che conosce molto bene.

D: La sua notorietà in Calabria è anche dovuta alla legge regionale fatta approvare da lei in favore dei giovani laureati, per farli inserire nell'amministrazione regionale.
R: Questa è sicuramente la legge a cui sono più legato il cui obiettivo era quello di individuare nel capitale cognitivo della Calabria una risorsa economica e sociale di sviluppo. Molti l'hanno definita una legge in favore dei laureati ma a me piace definirla una legge a favore dello sviluppo della nostra regione. Oggi nell'economia della conoscenza il capitale umano è un valore aggiunto.
Sono contento di essere riuscito a fare finanziare questa legge con sei milioni di euro per il primo anno e con una norma che impegnava il consiglio regionale a rinnovare il finanziamento negli anni successivi con tre milioni di euro. La mia ambizione con questo provvedimento era quella di aprire una discussione su come rendere la Calabria più accogliente verso quelli che, come i giovani laureati, hanno la forza e la fantasia per farla crescere.

D: Che considerazioni si possono fare su questo vortice giudiziario che si è abbattuto sulla Calabria?
R: Sto vivendo con difficoltà il fatto di aver scritto il mio nome in una categoria, quella dei politici, che non è amatissima in questo momento, soprattutto in Calabria. Il problema è che da noi la politica e le sue istituzioni rappresentano il mercato o gran parte di esso. Le aziende che generano un maggiore atturato sono quelle che hanno grandi commesse dalla pubblica amministrazione. In questo senso una riforma interessante sarebbe quella di fare della Regione un organismo solo di programmazione e non di gestione onde evitare che le energie dei politici siano impegnate in attività che spesso hanno poco a che fare con lo sviluppo perché orientate alla difesa di interessi particolari. Per introdurre maggiore responsabilizzazione nella classe politica calabrese sto studiando un progetto di riforma dell'art.126 della Costituzione per stabilire che fra le cause di scioglimento dei consigli regionali ci sia anche l'incapacità amministrativa dei governi regionali in ordine alla tenuta dei conti.

D: Da ex imprenditore quale pensa che sia la ricetta per rilanciare la piccola e media impresa in Calabria?
R: In Calabria ci sono dei problemi strutturali che rendono molto difficile fare impresa. Manca una vera e propria politica di sviluppo che concentri le risorse negli investimenti che interpretano la vocazione allo sviluppo per la regione ed evitino la modalità dei finanziamenti a pioggia. C'è necessita di rivedere anche il regime di aiuto alle imprese. Quanti hanno dimostrato di saper fare impresa ritengo che debbano poter far ricorso al contributo a fondo perduto, che è una forma di indennizzo per i problemi che devono sopportare. Ma sono altrettanto convinto che dobbiamo superare la cultura per cui si può fare impresa solo laddove ci sono finanziamenti pubblici. L'impresa si sviluppa dove c'è mercato e non necessariamente dove si riescono a reperire finanziamenti. A questo si aggiunga una maggiore azione di lobbing che gli imprenditori calabresi dovrebbero impostare nei confronti della politica per indirizzarla a fare delle scelte giuste per lo sviluppo dell'impresa.

D: E per rilanciare la classe politica?
R: Oggi i politici del Sud dovrebbero studiare, acquisire competenza e confrontarsi sul piano delle competenze dello sviluppo locale con i politici del nord. Ho smentito in questi primi mesi di esperienza parlamentare il pregiudizio che avevo nei confronti dei politici della Lega che, contrariamente a quanto pensavo, sono molto preparati sulle politiche di sviluppo.
Io non so se i politici del mezzogiorno hanno le idee chiare sul nuovo modello di meridionalismo che bisogna proporre al paese. Un modello che non si basi solo sulla richiesta di risorse, ma sulla spiegazione che un paese non cresce se si sviluppa solo una parte di esso. Dobbiamo spiegare che è conveniente per il nord investire nella crescita del sud.

D: Come si comporterà il suo partito alle prossime elezioni regionali?
R: Noi vorremmo contribuire a creare una coalizione che si caratterizzi per la qualità del governo che vuole esprimere. Il mio partito non sceglierà l'alleanza in ragione del candidato e del suo colore politico, ma in base agli impegni che il candidato assumerà sulle riforme necessarie alla Calabria. Sento dire da più parti che il prossimo presidente dovrà essere scelto con le primarie. Io vorrei che invece la politica abbia il coraggio di fare le primarie sulle riforme da fare impegnando la coalizione che governerà a realizzarle e presentando queste riforme in anticipo. Magari chiedendo anche al futuro presidente di impegnarsi a porre la fiducia pena lo scioglimento del consiglio regionale. Cercheremo di realizzare questo obiettivo sapendo che noi saremo decisivi per far vincere gli uni o gli altri, e questo ci responsabilizza.

 


 

Fonte: IL DOMANI
21/02/2009
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2 commenti.

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2 commenti.
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INFATTI SI... NON CI CREDO NEMMENO IO CHE LORO CAMBIERANNO LA CALABRIA... ANCHE PERCHè FINO A QUANDO ESISTONO PERSONE COME TE... L'UNICA COSA è UN MIRACOLO PERCHè ANCORA MEDICINE NON CE NE SONO...


Chissà come è diventato ricco l'amico cattolico Occhiuto. Ci vuole far credere che lui, de mita, cuffaro,trematerra, cambieranno la calabria.

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