IL POTERE DELLE IMMAGINI – GAZA, ENNESIMO CAPITOLO
Trovo che il successo dei programmi d’approfondimento di seconda serata ( e non ) stia nel trasmettere immagini, servizi, dossier e reportage che i telegiornali del cosiddetto prime time per motivi di tempi e spazi non riescono a concedere [mi permetto di dire, però, che a volte i TG prediligono e focalizzano su argomenti futili e di scarso contenuto, ma questa è un’altra storia]. Questa mia premessa si riferisce alla puntata di MATRIX di ieri sera, in cui si tiravano le redini dei torti e delle eventuali ragioni del conflitto arabo-israeliano. Esponenti per così dire bipartisan ponevano quesiti e fornivano risposte su temi più che altro geo-politici, contorcendo le parole sulla storia e sul destino territoriale più che su quello massacrato quotidianamente.
Ebbene, ad un certo punto un servizio annunciato crudo e forte lanciava immagini e ricostruiva una situazione-tipo dopo uno dei tanti bombardamenti. Mordevo le dita delle mani come per scaricare quell’agitazione incontrastata che avevo addosso, e mi auto-incitavo a continuare quasi per dovere. Un pronto soccorso ambulante aveva la frenesia tra le barelle, tra il sangue, ma l’obiettivo centrava il dramma più assoluto e assurdo di questa guerra : il bambino. In una prima sequenza, ce n’era uno con gli occhi smarriti, non una lacrima, non un singhiozzo, solo un braccio colpito da qualche scheggia forte, capace di penetrare quell’arto innocente. Quel bambino si è salvato. Dietro l’angolo un piccolo petto perforato fino alla schiena. Gli hanno chiuso gli occhi e hanno avvolto la piccola anima in un telo bianco. Ho spento la TV.
Il potere di quelle immagini è stato più forte di ogni discorso diplomatico, di ogni parere istituzionale, di ogni ragione sottintesa. Nulla, nulla giustifica l’attacco indiscriminato verso innocenti, civili, bambini. Nulla.
Il potere di queste immagini ci fa chiudere gli occhi e immedesimarci per un attimo: li riapriremmo dopo un millesimo di secondo, perché non reggeremmo all’idea di potere vivere guardando un ordigno esploderci addosso o, peggio, addosso a chi ci sta a fianco.
Sottolineo, perciò, l’importanza di sapere leggere ciò che passa via cavo ed entra nelle nostre case. Un fotogramma può risvegliare uno spirito critico più di mille parole e può condurre chiunque a carpire l’essenza, ammesso che ce ne sia una, di questa ennesima, inutile e ABBANDONATA guerra.
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