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Istituto Papa Giovanni. Nessuno scrupolo

Comunicato Stampa Giuseppe Paradiso - Educatore Professionale Papa Giovanni XXIII 15/03/2009

SERRA AIELLO - Ci hanno tolto tutto, anche la dignità e l’onore senza alcun apparente motivo se non quello di avere un ulteriore motivo per chiudere l’Istituto Papa Giovanni ed avere l’opinione pubblica dalla propria parte. Siamo nel paradosso. I dipendenti costretti a camminare a testa bassa per strada perché criminali e assassini e chi ha maggiori responsabilità verso questa catastrofe sociale camminare a testa alta.

Scienza, coscienza è cuore. Principi cardine dell’etica umana. Insegnamenti del Prof. Leonardo Antico (Presidente dell’Istituto e Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) impartitemi nel 1999 con un “Corso di formazione socio-etica per operatori sanitari” tenuto presso Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, ormai nelle cronache nazionali come “casa degli orrori”. Scienza, Coscienza e Cuore tre principi basilari che devono necessariamente esistere in tutta l’umanità, soprattutto nelle persone che gestiscono i poteri di Stato (Governi nazionali, Regionali e Provinciali, uomini di legge) e, soprattutto, in chi opera nel settore della sanità e che quotidianamente “soffre” la sofferenza.

Chi, come me (e tutti i miei colleghi), è stato tacciato ingiustamente di essere un “assassino” e quant’altro, soffre impotente, umiliato dai “forti” per fini non comprensibili.

A me non interessa “l’interesse” degli altri; non interessa la Scienza degli altri; degli altri mi interessa il Cuore e la Coscienze. Mi rende difficile, per fede cattolica, credere che un qualsiasi uomo non abbia Cuore e Coscienza. Chi ne possiede almeno un briciolo, ultimamente, non può dormire sonni tranquilli e non può non portarsi appresso per tutta la vita un fardello così pesante.

Mi rende difficile esprimere la mia sofferenza guardando in faccia gli ospiti del Papa Giovanni sapendo che soffrono la mia stessa sofferenza aggravata dal loro stato di salute. Vedere i miei “gioielli” piangere dalla disperazione di dover lasciare la propria “casa” dopo avere conquistato obiettivi inimmaginabili; ospiti che aspettano il giorno “fatidico” del trasferimento intenzionata a scappare lontano dai “cattivi” (così li chiamano). Sicuramente passa in secondo piano la mia sofferenza di uomo ferito dalla incoscienza senza scrupoli.

Mi rivolgo a chi ha un pò di Cuore e Coscienza che unita alla propria Scienza dovrebbe portarlo a riflettere su ciò che sta accadendo al Papa Giovanni. Il sottoscritto (come tutti) ha operato per Scienza, Coscienza e Cuore, coinvolto emotivamente nel proprio lavoro, accudendo i più deboli non certamente per lucro, secondi fini o necessità. È palese a tutti che, malgrado le enormi difficoltà con cui venivamo retribuiti, non è mai mancata la nostra ferma volontà ad assistere i più deboli, cercando di garantire loro una esistenza dignitosa anche in tempi molto duri. Il mio diritto ad essere retribuito passava in secondo piano rispetto al benessere degli utenti. La Scienza e soprattutto la Coscienza ed il Cuore è insita in me (e in tutti gli altri) ferma ed irremovibile.

Di una cosa mi duole il cuore e mi rimorde l’animo. Vedere infangata la mia reputazione in modo molto grave. Non sono un “assassino” e tantomeno un “trafficante di organi”, perché è questo che pensa di me l’Italia dopo le pubblicazioni a livello nazionale di quanto sarebbe accaduto al Papa Giovanni. Chi ha fatto trapelare tali affermazioni (ancora da verificare) non ha certo Scienza,Coscienza e Cuore. Vorrei tanto sapere chi è stato e guardarlo negli occhi; non di certo la Magistratura, di questo ne sono certo.

Nell’eventualità, spero inesistente, che qualcuno abbia realmente sbagliato nel gestire determinate situazioni non ci si può permettere di fare di tutta l’erba un fascio. In una grande famiglia, se esistesse un delinquente, non necessariamente tutti sono delinquenti. Io lavoro al Papa Giovanni da 18 anni e non mi risulta di avere lavorato al fianco di “assassini” e “trafficanti di organi”; non mi sarei minimamente prestato ad esserne complice, anche involontariamente. Avrei denunciato, per Scienza, Coscienza e Cuore.

Se l’Istituto dovesse chiudere (mi auguro di no) griderò ad alta voce:“ho lavorato al Papa Giovanni”. La mia coscienza (come quella di tutti i miei colleghi) è linda. Camminerò tra la gente orgoglioso di avere fatto solo il bene degli ospiti della struttura. Dormo e dormirò sonni tranquilli, la mia coscienza è a posto. Non so quanti, esterni al Papa Giovanni, possono permetterselo.

L’unica mia preoccupazione è rivolto alla mia famiglia. Mi arrovello al solo pensiero di dover restare senza lavoro a 49 anni e non poter provvedere nemmeno al minimo indispensabile. Penso ai miei stipendi arretrati, frutto di enormi sacrifici, che nessun giudice mi potrà mai dare.

Esiste una legge divina: vede e provvede.

Al Presidente Loiero chiedo come mai chiudendo e trasferendo gli Ospiti dell’Istituto in altre strutture noi dipendenti tutti dobbiamo andare in cassa integrazione? Chi accudirà i 290 Ospiti? C’è altro personale già pronto? Per quale logica si mettono 550 dipendenti in cassa integrazione per assumerne altrettanti? Ci hai già “marchiato”? Rispondimi.

Al mio carissimo “Presidente dei Calabresi” chiedo: SCIENZA, COSCIENZA E CUORE.

A tutti coloro (Istituzioni e media) che ci stanno “ammazzando” chiedo: SCIENZA, COSCIENZA E CUORE.

Al carissimo Vescovo chiedo: SCIENZA, COSCIENZA E CUORE.

Avete minato dalle fondamenta la serenità ed il futuro delle nostre famiglia.

15/03/2009
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1 commenti.

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Ma Lei cosi intelligente e colto durante questi anni aveva la vista annebbiata. Non ha proprio capito niente di quello che succedeva dentro. Beato Lei. La sua professionalità doveva dimostrarla in quei momenti non adesso, perche , come si è visto, è troppo tardi. Emigra in svizzera come ho fatto io. Mi faccio il mazzo, veramente, da mattina a sera.

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