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No more ace to play. Siamo ciò che abbiamo volutodi Giusva Branca - La Calabria ha giocato tutte le sue carte; nulla più da dire, niente più assi da calare.Il testo – tradotto e parafrasato– appartiene ad una leggendaria canzone degli Abba - “the winner takes it all” - che sottolinea come, quasi sempre, il vincitore prenda tutto. In Calabria ha vinto il “vecchio”, ha vinto una visione arcaica della società che ha sgretolato poco a poco, dalle fondamenta, uno Stato di diritto che, tutto sommato, non ci appartiene per cultura, per tradizioni. Chiariamo subito: alla fine – più o meno inconsapevolmente – è esattamente ciò che abbiamo voluto. Senza lavoro, con prospettive di sviluppo inesistenti, con i servizi essenziali sempre più spesso ridotti ad una chimera, travolta dal malaffare e dagli sprechi, per la Calabria è giunta l'ora di dirsi, allo specchio, le cose come stanno. “No more ace to play” - cantavano gli Abba – e, realmente, gli assi per la Calabria si sono esauriti. Probabilmente non esattamente ciò che avremmo voluto, ma la conseguenza di uno o più modi di essere, di concepire il rapporto di forze tra i vari pezzi del territorio. Il potente, il signorotto di cinquecentesca memoria da noi ha perfettamente titolo ad esistere, con la sua corte, i suoi bravi ed i suoi quotidiani soprusi. Mai, seriamente, i vessati hanno pensato, nemmeno per un attimo, a sovvertire questo stato di cose e porre fine alle vessazioni; la massima aspirazione dei vessati è sempre stata quella di saltare la barricata, di essere accolti a corte. In Calabria i”Promessi sposi” sono attualissimi, in tutte le loro sfaccettature. Immaginarsi quanto questi principi siano passati realmente, in maniera consapevole in una terra, la Calabria, dove negli anni 70 ed 80 ancora il boss della zona pretendeva ed otteneva nel silenzio generale i favori sessuali delle donne del paese da lui scelte è esercizio semplice. Da noi non passa più da tempo il concetto di disvalore, solo quello – deviato - di valore, inteso come forza, potenza, potere. E poco importa come questi si siano generati e si mantengano. “Se uno ammazza un altro non gli chiedere perchè” recita un vecchio adagio popolare delle nostre parti; c'è sempre un perchè, un motivo valido. Lo Stato costituito, i valori dell'etica non contano più, probabilmente perchè sono annacquati. Abbiamo un codice tutto nostro che fa a sportellate con i principi dello Stato di diritto e con questi, il più delle volte, trova tristissimi accomodamenti. In questo disastro etico-socio-morale anche i tanti che capiscono il dramma fanno fatica ad alzare la voce; è come negli incubi, quando provi ad urlare ed il fiato non viene fuori. Il contesto non vuole, non capisce la ribellione nei confronti del padrone “interno”. Il contesto è pronto a ribellarsi all'ordine costituito “esterno”, nel momento in cui questo viene a turbare equilibri accettati e consolidati nei secoli. Al signorotto locale, sia esso un politico, un mafioso, un notabile o chiunque venga fuori da questo perverso abbraccio che da sempre crea una melassa gestionale trasversale che rappresenta la classe dirigente il Calabrese non dirà mai di no. Borbotterà quando non lo ascolta nessuno, ma non avrà mai il coraggio di fargli percepire lo sdegno di massa, il pubblico ludibrio. Sarà pronto ad ossequiarlo e riverirlo, allo stadio come al bar e continuerà ad accettare tutto nella speranza, un giorno, di essere ammesso a corte. Atarassia ed afasia prendono il sopravvento. Non si ha contezza diffusa dei diritti di ciascuno e, conseguentemente, non si ha cogniozione dei doveri, il che crea una diabolica scala sociale nella quale chi sta sopra utilizza la violenza (verbale, fisica, morale, economica) nei confronti di chi sta sotto. Ogni giorno, sempre e comunque. Nulla facciamo per pretendere i servizi essenziali (strade, autostrade, sanità) e, contemporaneamente, siamo pronti ad appropriarci di larghe fette di suolo pubblico per uso privato. E dove non c'è tensione morale non ci sono regole. Senza regole non c'è futuro. a cura di D. Amendola, fonte: strill.it09/02/2009 |
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