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Da America Oggi: L'Italia vista dallo spazioDa “America Oggi” L'Italia vista dallo spazio Il presidente del Gruppo Esponenti Italiani di New York ha consegnato a Lisa Caputo la statuetta d'argento raffigurante la sagoma degli Stati Uniti. L'astronauta aveva portato con sé il tricolore nella missione Discovery NEW YORK - L'Italia l'ha vista solo dall'alto, per il momento. Ma Lisa Caputo Nowak lo scorso Independence Day aveva portato con sé il tricolore, salendo sul Discovery per scolpire negli annali della storia spaziale la partenza della prima donna astronauta di origine italiana. E la sua esperienza sullo shuttle a manovrare il braccio meccanico durante la recente missione. L'occasione è la cerimonia di consegna del riconoscimento assegnatole ieri dal Gruppo Esponenti Italiani di New York, al ristorante Le Cirque. Il presidente del Gei, Lucio Caputo (nessuna parentela) ha consegnato a Lisa Caputo la statuetta d'argento raffigurante la sagoma degli Stati Uniti e ha ricevuto da lei una targa ricordo con le insegne della missione Discovery assieme alla bandiera tricolore che aveva portato con sé nello spazio. La rappresentante del governatore George Pataki, Claudia Massimo Berns, le ha consegnato inoltre una "Proclamation" dello Stato di New York in occasione del Mese della cultura italiana. Quarantatreenne, nata a Washington, laureata in ingegneria aerospaziale e in ingegneria aeronautica e astronautica presso la Naval Academy e Postgra-duate School, ha terminato gli studi nel 1992, mentre si guadagnava nel contempo le insegne di pilota, cui era seguito un corso alla Electronic Warfare School in Florida presso la Naval Air Station Lemoore in California. Minuta, disponibile e sempre sorridente, Lisa Caputo Nowak, prima di indossare la tuta di astronauta pilotava come Mission Commander velivoli dedicati a intercettare e dirottare traiettorie di potenziali missili destinati al territorio statunitense. "Sono cresciuta nel Ma-ryland e quando avevo solo sei anni rimasi affascinata dalle immagini in televisione del primo sbarco sulla Luna”, racconta. “Poi mi sono sempre più appassionata all'idea di raggiungere lo spazio. Solo che a quel tempo non c'era ancora un programma spaziale che includesse anche donne. Più tardi, mentre cominciavo il college, sentii dire che la Nasa aveva aperto anche alle donne e mi sono data da fare per raggiungere l'obiettivo". Già nell'Aviazione aveva raggiunto il numero di 1.500 ore di volo a bordo di 30 differenti velivoli, ma Lisa Caputo Nowak voleva volare ancora più in alto e provare l'emozione di fare il giro della Terra in 45 minuti. "Certo il fatto di essere in Aviazione mi ha aiutata. Ma non è stato facile. Dopotutto, tra il mio ingresso al Johnson Space Center e la missione Sts-121 Discovery sono trascorsi dieci anni di addestramento". Spiega che il primo grande ostacolo lo aveva già superato quando decise di arruolarsi e di frequentare la Naval Academy : "Soltanto quello fu un passo da gigante, perché non sono granché graditi graduati in gonnella. Tanto, che la mia domanda inizialmente fu respinta". Ma il suo sogno era anche quello di mettere su famiglia. Ha sposato Richard Nowak e la coppia ha avuto tre figli, coccolati dai nonni Alfredo e Jane che risiedono ancora a Rockville nel Maryland. Dell'Italia ha avuto l'influenza di nonni di varie regioni, Toscana, Calabria e Sicilia, e poi, con "orgoglio spaziale", sottolinea: "Sono di italian heritage al cento per cento". Non ha ancora visitato l'Italia. Però l'ha vista dallo spazio, con la sua curiosa forma di stivale, e "ora più che mai ne sento il richiamo e spero di metterci piede il più presto possibile”. Se le chiedete come fu il momento in cui disse ai genitori di voler tentare l'avventura spaziale, Lisa non sa trattenere una risata. "Non gli avevo detto nulla. Mi pizzicarono che stavo compilando una marea di moduli e continuavo a sottoporli ad una raffica di domande sul passato della nostra famiglia. Sono stati al gioco fino a un certo punto, poi mi hanno chiesto a cosa mi servissero tutte quelle informazioni e spiegai che quella era la domanda per l'intervista alla Nasa per frequentare un corso di addestramento per astronauti. E da lì è iniziato un certo fermento. Che però si è tramutato in continuo sostegno alle mie aspirazioni, pur con una sfilza di raccomandazioni". Durante le 306 ore, 37 minuti e 54 secondi, l'equipaggio del Discovery ha testato nuove apparecchiature e nuove procedure per incrementare la sicurezza delle missioni, oltre a riparare una rotaia della Stazione Spaziale Internazionale e produrre eccezionali immagini digitali mai viste prima in alta definizione. La commander Lisa Caputo Nowak è stata responsabile delle operazioni condotte con il braccio meccanico che ha anche sostenuto un astronauta ad effettuare riparazioni nello spazio. "Sono operazioni estremamente delicate - spiega - perché anche un minimo movimento sbagliato può mettere in pericolo la vita dell'astronauta fuori, oppure procurare seri danni alla stazione o allo stesso Shuttle". Alla Nasa, racconta, si è creato una sorta di club italiano cui aderiscono i dipendenti italoa-mericani, gli italiani dell'agenzia spaziale europea e anche sostenitori. Per Lisa sono tutti "una famiglia". E a proposito di famiglie, la sua, numerosa, è andata tutta ad attendere il suo rientro dallo spazio. "Immagini dove siamo finiti tutti, una ventina tra genitori e parenti a celebrare? In un ristorante italiano dove il proprietario per l'occasione aveva messo in mostra tutto il suo orgoglio nazionale. Persino suo figlio ha chiamato dall'Italia per congratularsi con me". (Riccardo Chioni-America Oggi del 28 settembre/ Inform) fonte: [ America Oggi ]28/09/2006 |
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