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![]() Cozzo Piano Grande aperto al pubblico. Secondo tassello, dopo l'Antiquarium, dell'offerta archeologica serrese
Domenica sera, all'imbrunire, sul pianoro c'erano tanti "Temesani", soprattutto serresi, ma anche dei paesi vicini, per assistere all'inaugurazione del parco di Cozzo Piano Grande, uno dei tre siti assieme a Cozzo Carmineantonio e Chiane, dove nel corso del tempo sono stati riportati alla luce necropoli e corredi funerari di notevole interesse scientifico. La soddisfazione si legge nei visi di tutti gli attori protagonisti. Primo tra tutti, il sindaco Antonio Cuglietta che sul colle, se solo fosse stato un abitante della Calabria di quell'epoca lontana, avrebbe scelto di vivere. Qui, «soprattutto il primavera - scrive nella nota introduttiva al volume sul Parco appena edito da Rubbettino e curato da Rossella Agostino e Fabrizio Mollo - circondato dalle verdi e amene colline del basso Tirreno cosentino (...), con la dominante vista sulla palude marina compresa tra l'Olivo ed il Savuto, e con sfondo il fumoso pennacchio dello Stromboli, mi sarei sentito il "padrone" del mondo».
«Oggi - ha evidenziato ancora Cuglietta - vi proponiamo questo parco archeologico. Domani, spero, l'intero progetto della "Via della storia" da offrirsi ai nostri ospiti, agli studenti del mezzoggiorno italiano, orgogliosi di rappresentare in un unicum straordinari valori calabresi, una grande storia mediterranea, ambiente, paesaggio, cultura, gastronomia e ospitalità". Il nostro passato, la storia, l'archeologia, dunque, da cui ripartire. Di cui essere fieri, «per dare ancora di più a questo territorio - ha chiosato l'archeologo di Temesa, Fabrizio Mollo - l'importanza, il lustro di cui nel passato ha sempre goduto». Francesco Froio, presidente del gruppo Alybas e progettista del parco assieme a Gaetano Sicoli, tra gli intervenuti alla manifestazione inaugurale, ha invece spiegato ad un pubblico interessato e consapevole, la storia del colle, abitato sin dall'età del bronzo (XIV sec. A.C.), e lo stato dell'arte del parco - fiore all'occhiello di tutta la costa tirrenica - che però, come avevamo anticipato, necessita di ulteriori finanziamenti per essere completato. A terminare gli interventi di saluto, i due rappresentanti della Soprintendenza archeologica per la Calabria, Rossella Agostino, già responsabile di zona; e Gregorio Aversa, attuale funzionario zonale che ne ha raccolto il testimone. Entrambi hanno avuto parole di elogio per il traguardo raggiunto e per la collaborazione tra istituzioni che ha permesso il successo delle iniziative intraprese sul territorio di Serra. In particolare, Aversa ha invitato i media a non dimenticare e trascurare tale aspetto. «Perché il compito della stampa - ha detto - è anche quello di ricordare ai calabresi che siamo calabresi e che dobbiamo aiutarci e non ostacolarci. Dobbiamo credere in quello che facciamo, e quando qualcosa funziona vivaddio facciamolo sapere». Aversa ha poi fatto da cicerone lungo i sentieri del pianoro e risposto alle curiosità dei presenti.
Bruno Pino01/09/2009 01:04:46 |
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