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Istituto Papa Giovanni, argomento nazionaleSul caso Papa Giovanni XXIII, in questi giorni, è puntata l'attenzione dei media regionali e nazionali, di giornali e trasmissioni televisive. Reportage, articoli e servizi vari che si possono trovare online sui maggiori siti di informazione. Qui di seguito, riportiamo la vicenda dell'Istituto serrese vista dalla FISH (Federazione per il superamento dell'Handicap) in un articolo tratto dal sito Superando.it *** Che cosa non fa notizia a Serra d'Aiello(di Assunta Signorelli*) Nei giorni in cui i vari organi d'informazione sembrano essersi accorti dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello (Cosenza), definito oggi come una sorta di "ospizio degli orrori", con tanto di inchieste (avviate mesi fa) su "presunte sparizioni e sospetti omicidi", continuiamo a tenere la barra dritta sul nostro unico obiettivo, che sarà sempre e comunque la tutela delle persone con disabilità ricoverate in quella struttura, vero e proprio "simbolo di diritti negati". E lo facciamo dando la parola a chi dal 2006 è responsabile della Direzione Sanitaria dell'Istituto e che tra mille difficoltà e ostacoli, ha cercato - e cerca tuttora - di svolgere al meglio il proprio lavoro, con risultati non certo disprezzabili. Quei risultati di cui non si parla in questi giorni, preferendo fotografare una realtà vecchia ormai di anni, proprio quando si continua a dare per imminente lo sgombero forzato della struttura, che dovrebbe interessare sia i ricoverati che il personale... *** Un titolo drammatico, inquietante, quello riservato il 10 marzo dal quotidiano "la Repubblica" (a firma di Attilio Bolzoni) alla vicenda dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello: Cosenza, sparizioni e sospetti omicidi. Così si moriva nella clinica degli orrori (tale testo è disponibile cliccando qui). Un articolo, per altro, che ha costituito solo la punta dell'iceberg di un vero e proprio battage da parte degli organi d'informazione in questi giorni. E tuttavia, dopo lo sgomento per il terribile contenuto del reportage di "Repubblica", ci siamo posti anche un paio di domande: perché "proprio ora" questo tipo di resoconto - insieme ad altri - quando risulta che l'inchiesta è stata aperta nel settembre del 2008, ovvero sei mesi fa? E perché scrivere oggi che il Papa Giovanni XXIII era «un manicomio lager, dove molti pazienti erano trattati come bestie, nel silenzio di tutti?». La FISH - sia quella della Calabria che quella Nazionale - e la nostra testata non sono certo stati a guardare e le loro azioni concrete datano ormai a molti anni fa. *** Gentile direttore de «la Repubblica», le scrivo in relazione all’articolo comparso sul suo giornale dal titolo Cosenza, sparizioni e sospetti omicidi. Così si moriva nella clinica degli orrori. Ho una domanda da porle, domanda che potrà sembrare pleonastica, ma che voglio comunque farle: "Perché proprio ora”? Sono consapevole che la cosa non è del tutto vera. Quella denuncia fu accolta da qualche protagonista di quella che sembrava poter essere la "stagione del riscatto della Calabria". Il Centrosinistra aveva vinto le elezioni e dichiarava di voler assumere la sanità calabrese come questione centrale da affrontare nella direzione di una sua riorganizzazione e legalizzazione: efficacia ed efficienza dei servizi pubblici, controllo e attenzione di quelli privati, riconoscimento e rispetto del "diritto alla cura" per la cittadinanza dovevano essere le parole d’ordine del nuovo corso. Non mi soffermerò sul lavoro svolto in questi tre anni: mi limito a riportare il dato che questo lavoro ha sempre tenuto presente la necessità di rispondere alla domanda di legalità e rispetto che le persone ricoverate e il personale ponevano alle istituzioni tutte, dalla chiesa ai governi locali e centrali, passando attraverso i tribunali, la sanità e la politica, dal momento che a loro deve ricondursi la responsabilità della condizione di degrado e miseria nella quale i ricoverati e il personale (per anni a mezzo o senza stipendio) sopravvivono da più di dieci anni. La revisione della situazione giuridica delle singole persone (interdette o in amministrazione di sostegno) ha prodotto, fra le altre cose, la nomina di Amministratori di Sostegno appartenenti al mondo del volontariato e della cooperazione sociale che hanno attivamente partecipato al lavoro di riabilitazione. Quanto precede non fa notizia, così come l’azzeramento del processo terapeutico riabilitativo, la deportazione delle persone ricoverate in luoghi forse meno vetusti, ma ugualmente escludenti, le famiglie del personale dipendente sul lastrico, non è cosa che merita un rigo di giornale! Dietrologia perversa di una psichiatra la mia? Non credo e il riscontro l’ho avuto nelle numerose telefonate ricevute: volevano sapere cosa stava succedendo al Papa Giovanni! Il battage mediatico di martedì 10 marzo (da Mediaset alla RAI tutti hanno confuso e sovrapposto i tempi) ha oscurato l’attualità e riproposto un passato ormai superato, facendo il gioco di chi tratta i "senza" come merce di scambio e la classe lavoratrice come zavorra inutile e fastidiosa! * Psichiatra, responsabile dall'agosto 2006 della Direzione Sanitaria dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello. 12/03/2009 |
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