AIELLO CALABRO – Oramai da tre giorni un grosso incendio imperversa sulle montagne aiellesi. Da contrada seminali fino al ”Faito” sono decine i focolai che continuano a bruciare violentemente, per non parlare di località “Foresta”.
Era il 22 di agosto alle ore dieci circa quanto in località Massa si avvistano le prime fiamme, subito comunicate al 1515 come orami di consueto per la gente dalle nostre parti. Sarebbe stato utile un intervento tempestivo del’autobotte per placare l’incendio sul nascere, così non è stato.
Solo nel primo pomeriggio arrivano i pompieri, una squadra di sei uomini dell’ antincendio dell’AFOR e l’autobotte di Grimaldi poi l’elicottero che effettua due o tre lanci d’acqua, concludendo pero poco o niente perché oramai l’incendio è troppo esteso. In prima serata i vigili del fuoco abbandonano, tornano in caserma ritenendo ormai passato il pericolo per le persone e le case, lasciando ai colleghi dell’AFOR il compito di controllare le fiamme. Questi dovranno poi molto faticare continuando fino alle 4 del mattino circa per poter finalmente placare le fiamme.
Purtroppo la storia non finisce qui, l’incendio riparte sul lato sud-est il mattino dopo, attraversa alcune frazioni e giunge nei pressi del Vivaio Tardo presso il quale gli operai sono costretti a rimanere oltre il normale orario di lavoro per evitare che le fiamme penetrino all’interno del vivaio.
Al “Tardo” il peggio è stato evitato, ma le fiamme proseguono a gran velocità il loro cammino, fino al “Faito” bruciando la “Timpa da Saitta”, qui rischia e in parte si perde uno dei più importanti boschi del comune.
Tutto ciò prosegue da ben tre giorni. Dalla sera del secondo giorno si aggrava la situazione con l’aggiunta di un altro incendio in località “Foresta” che impaurisce gli abitanti di Serra D’Aiello e fa molto faticare gli operai AFOR per domare le fiamme e salvare la parte più importante del bosco.
Il bilancio è pesantissimo, non c’è da sdrammatizzare ma dovremmo fare ammenda dell’accaduto. Individuare le cause e le mancanze che si sono verificate. E sono convinto, non solo io, che siano state veramente tante.
Stando tra gli operai AFOR si ascoltano alcune osservazioni delle quali si dovrebbe far tesoro: la mancata pulizia della maggior parte delle strade di montagna, più volte chiesta da parte di chi in montagna ci va ogni giorno all’amministrazione comunale; la mancata predisposizione di una vasca di raccolta dell’acqua dalla quale l’elicottero potrebbe attingere; l’assenza ormai da molti anni delle strisce taglia fuoco per evitare che incendi come questo dilaghino senza nessun contrasto per chilometri; l’elicottero non è stato informato che nelle vicinanze del fuoco ce una grossa vasca d’acqua che serve per l’irrigazione del vivaio stesso, le solite inadempienze che a volte ci possono costare tanto. Il mare era lontano e forse proprio per questo l’intervento dell’elicottero è stato inutile. Rimane da dire una cosa, ai piedi della montagna, proprio sotto il “Vivaio Tardo” ce una grandissima vasca, costruita diversi anni fa per la raccolta dell’acqua destinata all’irrigazione, mai messa in funzione (anche se diverse volte ri-appaltata). Questa vasca potrebbe però essere riempita facilmente e utilizzata come appoggio agli elicotteri in casi come questi. Come mai nessuno ci ha pensato? O meglio, nessuno lo ha fatto perché molti ieri se lo chiedevano come se fosse un idea vecchia e risaputa. In località Foresta, al secondo giorno di fiamme, i soccorsi hanno dovuto improvvisarsi una vasca sul letto del fiume di modo che l’elicottero potesse più efficacemente incidere sull’incendio, salvando così gran parte della zona.
In realtà ci sarebbe bisogno più che di alcuni interventi singoli di un vero e proprio “Piano Fuoco comunale” che integri interventi di prevenzione, strategie, uomini e mezzi. Il tutto coordinato in modo da ottenere il massimo.
Questa stagione è costata cara alle foreste aiellesi, facciamo si che la prossima non ci trovi così impreparati.
Rispettiamo la natura e lei rispetterà noi!