AIELLO CALABRO – La neo costituita Sinistra Democratica della cittadina comincia energicamente la sua attività politica, accusando Maggioranza ed Opposizione. L’occasione che ha dato il via alle critiche contenute in un documento, è la seduta recente del Consiglio in cui si approvava il bilancio e sul quale si sarebbe dovuto misurare, secondo SD, «lo spessore culturale delle proposte politiche di entrambi gli schieramenti».
«La delusione invece – scrive Tonino Simone, coordinatore cittadino del movimento - è stata totale non tanto per il modesto livello della discussione, ma soprattutto per il clima conviviale e festaiolo da matrimonio all’italiana tra maggioranza ed opposizione».
Dalla lettura del documento prodotto da SD, se ne evince una critica molto severa. Secondo Simone, «Alleanza di Progresso (l’opposizione, nda) mostra limiti di rappresentanza e di testimonianza; non ha più quella carica esplosiva di novità del primo anno di consiliatura; ha finora miseramente fallito nel tentare di curare il male maggiore della politica aiellese da venticinque anni a questa parte e cioè ridare dignità alla politica; far decollare un processo attivo di partecipazione democratica tra i cittadini; avvicinare i cittadini alla politica vera ed al palazzo, questo inteso come casa comune, come luogo aperto dove tutti hanno diritto di cittadinanza».
Non meno inclementi le parole per il governo cittadino il quale non fa che «millantare con successo il buon governo della cosa pubblica che, in realtà, non c’è; e proporre alla collettività aiellese la solita minestra riscaldata e cioè il falso e cinico “buonismo” dei suoi leader che con il metodo delle “pacche sulle spalle” per anni si sono conquistati il consenso». Alla maggioranza, SD imputa anche il “merito” di «essere riuscita a spingere nel fosso la minoranza al fine di limitarne il suo potere di interdizione, la forza d’urto del controllo politico ed amministrativo, il controllo dell’informazione, la libera e pubblica conoscenza degli atti amministrativi alla collettività. Presupposto questo indispensabile, per una vera partecipazione democratica alla vita politica locale».
La conclusione che se ne trae dalla impietosa analisi di Sinistra Democratica, a due anni dalla fine della consiliatura, è un “un rendiconto fallimentare” che si può leggere nella “rassegnazione” e nel «disinteresse della collettività verso quello che succede in politica in paese». Un distacco dei partiti dalla società civile, questo, che peraltro è un male nazionale.
«Sinistra Democratica – conclude Simone - non si rassegna a tutto questo perché è convinta che è sempre più urgente il rinnovamento della politica, il ricambio anche generazionale dei governanti, la rottura drastica dei tradizionali metodi di governo, la politica del fare e non del promettere, il recupero della dignità etica e morale nella pratica quotidiana della politica intesa come vero ed onesto servizio sociale».