AIELLO CALABRO – San Giuliano si è rifatta il tetto. I lavori di manutenzione appena conclusi, per garantire la salvaguardia della pubblica e privata incolumità – dei quali si è fatto meritoriamente carico il comune, destinatario di un contributo, non ancora ottenuto, di 10 mila euro da parte della Regione Calabria - , hanno finalmente rimesso a posto la copertura della chiesa che versava davvero, da tanti anni, in pessime condizioni. Tanto che l'interno della Chiesa risultava allagata ogni volta che pioveva. Continue infiltrazioni d’acqua che hanno causato danni ingenti alla muratura e soprattutto agli affreschi presenti all'interno della chiesa attribuibili al pittore ottocentesco Raffaele Aloisio. Una situazione più volte denunciata in passato anche sulle colonne de Il Quotidiano.
Ora, dopo che il sindaco Gaspare Perri qualche settimana fa aveva emesso una ordinanza contingibile ed urgente (trasmessa al Parroco don Ortensio Amendola, nonché alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Cosenza), si è finalmente messo un freno al progressivo deterioramento della chiesa con gli interventi eseguiti in questi giorni da una ditta del posto individuata dal comune. Ma, a questi lavori di semplice manutenzione, dovranno seguire necessariamente altri interventi, come peraltro evidenziato in una recente relazione della protezione civile nella quale si faceva presente che il luogo di culto soprattutto “necessita di interventi di consolidamento strutturale, di manutenzione e di conservazione architettonica”. Sperando che la richiesta di finanziamento sulla quota dell'otto per mille avanzata tempo fa dal comune venga accolta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
San Giuliano - luogo di culto risalente al periodo gotico-aragonese, costruita presumibilmente sotto la famiglia Siscar, originariamente trinavata ed oggi molto irregolare nella struttura - come abbiamo più volte verificato di persona, ha effettivamente bisogno di un tempestivo e articolato intervento. Presenta, oltre al pavimento sconnesso, anche evidenti crepe nei muri e, come già detto, gli affreschi ottocenteschi dell’Aloisio in rovina. Ma rischiano di danneggiarsi anche le altre strutture architettoniche come quelle delle due cappelle del SS. Rosario, sede in passato dell’omonima confraternita, in cui si conserva, tra le diverse statue lignee, un dipinto sulla volta raffigurante “l’Incoronazione della Vergine”, racchiuso in una cornice rococò; e quella della Madonna del Carmine, più ricca ed imponente – come fa notare lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino -, con uno splendido arco in pietra arenaria scolpito in doppio ordine con lesene jonico-composite e lesene a grottesche muliebri e, nell'estradosso serti di fiori e frutta.