AIELLO CALABRO – La Cappella devozionale dedicata a S. Francesco di Paola, ubicata nell’omonimo largo del Centro storico della cittadina, venne costruita nel 1718 per volere della famiglia Giannuzzi. Custodiva, sino ad una data imprecisata, le sacre reliquie di San Pacifico Martire - un cranio con due capelli - concesse nel 1739 a don Nicola Giannuzzi, come risulta da documenti dell’Archivio di Stato di Cosenza. Al suo interno, al centro della navata, si può ancora vedere una tomba perimetrata da marmo verde di Calabria; mentre nulla si conosce degli arredi che una volta vi si conservavano. Sul lato esterno destro, invece, ancora oggi, si notano una porticina ed una finestra murate e uno stemma in pietra dei Giannuzzi. Poi, in tempi recenti, il tetto rovinò e la Cappella cadde nel degrado igienico-sanitario più totale, tanto che decenni or sono i residenti del quartiere ne chiesero la ristrutturazione o in alternativa la demolizione.
Solo qualche anno fa, il Comune di fronte a tale situazione, e non potendo individuare con certezza i proprietari del luogo di culto, si decise ad intervenire per rifare la copertura. Da allora, la cappellina rimase chiusa.
La novità che ci spinge ad occuparci di questo piccolo ex luogo di culto – 40 o 50 metri quadrati in tutto – è che nelle settimane che precedevano il Natale, finalmente, la Cappella è stata riaperta. Grazie all’azione dell’artista Francesco Magli che, nel mentre alcune catene commerciali lo bollano come fuori moda, ha voluto realizzarvi un presepe. E grazie alla sensibilità personale del sindaco Gaspare Perri che ha permesso la bella iniziativa.
Ora, dalla vigilia di Natale (ed almeno sino alla Epifania, orario continuato dalla mattina sino a mezzanotte) la Cappella ospita un presepe artistico realizzato non solo da Francesco Magli, ma anche da giovani e meno giovani del posto, e soprattutto dai bambini delle scuole primarie del locale Istituto Comprensivo.
Il Presepe, che accoglie più di una scena di Natività, è in materiali poveri, ma presenta anche pezzi di rara bellezza come sculture Raku, una tecnica nata in Giappone nel XVI secolo; o scene di autentica poesia nelle fornaci in miniatura, segni di un passato in cui l’artigianato locale era vivace e produttivo. Tra i paesaggi creati da questo estemporaneo gruppo di amici del Presepe, da segnalare pure un omaggio personale che Magli ha dedicato al maestro Ibrahim Kodra, uno spazio in cui tante sculture si parlano tra loro per evidenziare, dice Magli, il forte bisogno del dialogo tra le persone, che è forse il vero spirito del Natale.
Francesco Magli è soddisfatto di quanto realizzato in così poco tempo. Ma vorrebbe che l’esperienza continuasse anche l’anno prossimo e con una maggiore partecipazione di giovani. Il desiderio dell’uomo e dell’artista è quello di vedere ristrutturata la cappella di S. Francesco e di realizzarvi un laboratorio artigiano ed un centro di documentazione.