Una famosissima canzone di Lucio Dalla recitava nel titolo così come il presente articolo. Ultimamente abbiamo sentito più volte il comico Beppe Grillo mettere in guardia i suoi dai lupi che si annidano in parlamento, come se il drappello dei parlamentari grillini fosse facile preda di lupi voraci o di vecchi volponi. Forse non ci sono tutti i torti. Nel nostro nuovo parlamento convivono lupi di lungo corso che conoscono a menadito la storia parlamentare ed i regolamenti con personaggi che poco o nulla sanno di storia, di politica e di trabocchetti vari. Attenti al lupo, quindi. Ma io voglio porre l’attenzione su due lupi di fresca apparizione a cui bisogna veramente fare attenzione se non si vuole finire sbranati tutti quanti.
La cancelliera tedesca tiene l’Italia come sorvegliata speciale e osserva meticolosamente e con la lente di ingrandimento ogni piccolo muoversi di erba. Per correttezza diplomatica non parla per non toccare la suscettibilità di nessuno ( del presidente Napolitano ), ma fa parlare il governatore della sua banca centrale che non ha l’obbligo della diplomazia. Per avere letto alcuni dei suoi articoli ed ascoltato diverse sue dichiarazioni, questo mi è sembrato colto, intelligente, ben preparato in finanza ed altrettanto pronto a dare addosso all’Italia. Qualche giorno fa ha spiattellato con chiarezza quale è il Bundesbank-pensiero. L’Italia ha visto ridimensionarsi lo spred tra i nostri titoli di stato e quelli tedeschi, non per la bravura dei nostri governanti, ma per l’apporto decisivo del governatore della BCE, Mario Draghi, che con cento miliardi di euro circa ha sostenuto il corso del nostri titoli. Ora però occorre fare sentire il peso della Germania come azionista principale della BCE che non ha mai visto e sopportato di buon occhio la linea Draghi. Ora, se non ci saranno vere riforme strutturali la BCE non potrà profondere altri miliardi per sostenere i nostri titoli di debito. I politici nostrani sono, quindi, ampiamente stati avvisati. Con i soldi non si scherza e senza soldi non si cantano messe.
Come sempre mi capita, facciamo un poco di conti. Non mi stancherò mai di ripetere che il nostro stato bussa a denari ogni quindici giorni: esattamente il 15 ed il 30 di ogni mese. In queste date il Ministero del Tesoro fa sapere alla Banca d’Italia di quanti soldi ha bisogno per pagare stipendi, pensioni, interessi sui debiti pregressi ed una infinità di altre cose. La Banca d’Italia emette altrettanti titoli di stato da offrire al migliore offerente. Qualche giorno fa i migliori offerenti sono stati un poco fiacchi e lo stato ha dovuto offrire interessi più alti per rendere più digeribili i nostri titoli. Per la precisione, rispetto a qualche mese fa ora bisogna pagare circa 130 milioni in più ( solo per i titoli di metà marzo ) di interessi rispetto a prima. La finanza non aspetta i riti della politica o meglio della non politica. L’Italia paga dazio perché da noi è stata eletta una classe politica incapace o impossibilitata a decidere. I nostri sembrano non accorgersi del danno quotidiano che provocano alla popolazione, sempre oscillanti tra un sì, un no, un non so, un vedremo, un valuteremo, un faremo sapere ed una speranza. Qualcuno parla anche di ulteriori elezioni anticipate. Costui non sa fare i conti della massaia, figurarsi come può fare i conti dello stato. Si fanno tante disquisizioni su come diminuire i costi della politica e non si capisce che la non politica costa ancora di più.
A cosa servono le mani pulite se poi uno se le deve tenere in tasca? Non ho mai visto un meccanico riparare un motore senza che si sia sporcato le mani. Uno dei libri più belli e più dimenticati che ho letto è un opuscoletto dello scrittore francese Jean Paul Sartre: L’esistenzialismo è un umanesimo. La tesi centrale di questo libello è molto semplice. L’uomo è condannato alla scelta, non può sottrarsi ad essa. Scegliere di non scegliere è già una scelta ed è anch’essa gravida di conseguenze e di responsabilità come qualsiasi altra scelta. L’esercizio della libertà è la condanna alla scelta. La politica per definizione e per natura è una scelta. Ora, il politico che non sceglie e rimette agli altri le proprie decisioni, fosse anche il corpo elettorale ……… per decenza ometto le parole conclusive.
Napoli 18 marzo 2013.
Eugenio Medaglia - eugeniomedaglia@gmail.com