Venerdì 4 marzo, nella sede di Amantea del comitato civico Natale De Grazia, si è costituito il Comitato comprensoriale "2 SI PER L'ACQUA BENE COMUNE" contro la privatizzazione dell'acqua, per far vincere il SÌ al referendum.
Già da qualche mese il comitato sta provando a sensibilizzare la popolazione ad andare a votare al referendum che si terrà il prossimo 12 giugno e così ha invitato associazioni, sindacati, parrocchie, studenti, sindaci, rappresentanti istituzionali e singoli cittadini di Amantea e dei paesi limitrofi, nella propria sede per fare insieme una seria riflessione sull'uso indiscriminato delle risorse naturali, come l'Acqua, che non sono inesauribili e sulle possibili modalità di gestione del servizio idrico. È necessario operare in modo che questa importante risorsa sia gestita in maniera da garantire l'acceso all'acqua a tutti i cittadini, assicurando la vivibilità del pianeta anche alle future generazioni contrastando sprechi, inefficienze e disuguaglianze. Alla riunione ha partecipato anche l'assessore Sergio Tempo in rappresentanza dell'amministrazione comunale di Amantea.
Grazie a circa un milione e mezzo di firme, la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due dei tre referendum contro la privatizzazione dell'acqua, ma il ministro degli interni Maroni ha stabilito che i referendum si terranno l'ultimo fine settimana utile alle votazioni vanificando, almeno per adesso, gli sforzi dei movimenti per l'acqua che avevano chiesto alle istituzioni di unificare i referendum con le elezioni amministrative del prossimo 15 maggio, facendo risparmiare così agli italiani 400milioni di euro. A questo punto diventa fondamentale l'apporto di ogni cittadino per riuscire a motivare più gente possibile ad andare a votare e far votare due Si per evitare che l'acqua, che è un bene di tutti, non finisca nelle mani dei privati diventando una merce su cui speculare.
«E' un dovere dei cittadini contribuire alla copertura delle spese del servizio idrico - ha affermato Gianfranco Posa presidente del comitato De Grazia - perché portare l'acqua dalle sorgenti nelle nostre case ha un costo. Ma se a gestire il servizio sono i privati a tale costo sarà aggiunto un surplus, perché i privati devono, giustamente, rispondere alle leggi del mercato e un buon imprenditore non è tale se non raggiunge il conseguimento di profitti. Se a gestire il servizio è invece un ente pubblico dovrà occuparsi di coprire i costi meramente necessari a portare acqua potabile nelle nostre case ed eventualmente potrà chiedere ai cittadini di pagare qualcosa in più per le famiglie che vivono in povertà ma che dell'acqua non possono fare a meno. E' inverosimile pensare - ha concluso Posa - che una multinazionale si preoccupi delle famiglie in stato di bisogno e, come già successo in altri comuni, a tutti i contribuenti che non pagheranno sarà tagliata l'acqua senza far differenza tra i "furbi" che intendono evadere i tributi e chi vive in stato di povertà».
Durante la riunione si sono formati dei gruppi operativi. Ci sarà infatti chi si occuperà di diffondere capillarmente con volantini e altri mezzi di comunicazione notizie sui referendum; altri si occuperanno della comunicazione via web diffondendo appelli su internet; un altro gruppo si occuperà di organizzare eventi o spettacoli teatrali per sensibilizzare anche i bambini sul valore dell'acqua che è un bene finito e che non va sprecato. Per quanto riguarda invece gli istituti scolastici superiori, verrà indetto un concorso letterario sul tema dell'acqua, i vincitori saranno premiati con dei libri messi a disposizione dei volontari ma anche da alcune case editrici calabresi come la "Rubettino" che si è già detta disponibile a partecipare all'iniziativa.
Amantea, 10 marzo 2011