AIELLO CALABRO – L’Unione Nazionale Scrittori dopo il successo del progetto scolastico “I Nonni raccontano l’emigrazione”, realizzato nell’anno 2002, che ha portato ad una pubblicazione distribuita anche all’estero dal Ministero degli Italiani nel mondo, ritorna ad occuparsi dell’Istituto Comprensivo di Aiello Calabro (comprendente i plessi della cittadina e quelli dei vicini Cleto e Serra).
Questa volta, il progetto che il sindacato nazionale dei letterati e degli artisti vuole realizzare con gli alunni delle quarte e quinte elementari e delle tre classi delle medie, con il patrocinio dei comuni di Aiello, Cleto e Serra e la collaborazione della Rivista culturale “Calabria in Festa” edita dalla Officina delle Idee di Cosenza, si chiama “la festa tradizionale e il ragazzo d’oggi”. Entro il 31 marzo del 2006, la ricerca terminerà con la raccolta da parte degli insegnanti di lettere di tutti i componimenti corredati da foto, disegni, poesie, o anche canti popolari sia in dialetto che in lingua italiana. In seguito un'apposita commissione sceglierà gli elaborati più meritevoli ai quali verrà attribuito un premio.
Come ha spiegato la responsabile dell’Unsa Livia Naccarato, gli obiettivi del progetto - posto che la festa intesa in senso tradizionale e popolare rappresenta in ogni società un momento associativo importante e sentito dalla comunità, e che questi momenti in tempi tecnologici come i nostri sono sempre di meno e sempre più dimenticati – sono quelli tesi a «far riflettere il ragazzo sulle feste tradizionali non considerandole soltanto motivo di svago e di gioco ma scoprendo il loro grande bagaglio culturale». Altro obiettivo, che secondo la Naccarato va perseguito è «salvare la memoria storica perché indispensabile per una crescita equilibrata, sana e critica del ragazzo». Tra gli altri scopi, non ultimo, lo stimolo a dialogare fra generazioni «in quanto il ragazzo – sostiene la responsabile del progetto - deve conoscere come si svolgevano le feste tradizionali, 20, 30, 40 anni fa per confrontarle con quelle attuali. In questo modo la “tradizione” – spiega - non è un qualcosa d'immutabile, immobile e ripetitivo ma qualcosa di vivo che si rinnova portando con sé sia elementi antichi che nuovi. Diventa cioè “storia vera”, vissuta con amore e passione da tutta la comunità».