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Crocifissi: continua il dibattito

Continua il confronto a distanza tra il sindaco di Aiello Calabro, Francesco Iacucci, e l'Unione Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR) di Cosenza, in merito alla dibattuta questione della presenza del crocifisso nelle scuole. Se per Iacucci si tratta di un simbolo universale e portatore di valori condivisi, l'UAAR si pone a difesa della Costituzione rivendicando la necessità di rendere sostanziali i principi di ugualianza che in essa sono solo formalmente riconosciuti.

Ieri, dalle pagine di alcuni quotidiani online, il sindaco di Aiello Calabro, Francesco Iacucci, replicando a un comunicato dell'Uaar di Cosenza che lo accusava di non garantire lo stato di diritto, ha dichiarato che la sua "non voleva e non vuole essere nè una crociata ideologica nè l'istigazione alla violazione di una legge, ma una serena e ferma difesa di una tradizione inalienabile che appartiene al sentimento laico della religiosità popolare della nostra regione, del nostro Paese e dell'intera Europa", sostenedo che il simbolo cattolico rappresenti "valori universali, che appartengono alla nostra cultura, alla nostra storia e alla nostra tradizione e che esaltano il valore della persona umana, della sua dignità, della sua libertà e della sua laicità. E che pertanto, come tali, non offendono nessuno."

L'Uaar di Cosenza, d'altro canto, sottolinea le sue argomentazioni in una lettera fattaci pervenire in redazione e che pubblichiamo integralmente.

" Gentile redazione,

Non vogliamo insistere ulteriormente nella querelle con il sindaco Iacucci in merito alle sue opinioni  sul crocifisso e sul valore morale che egli gli attribuisce. Ciò che ci sta a cuore, e ciò per cui esigiamo il rispetto istituzionale, è la Costituzione repubblicana, unico e autentico simbolo su cui la Nazione si fonda e si identifica, ma che oggi è più che mai calpestato nei suoi principi insopprimibili, quelli che sanciscono l'ugualianza e la libertà dei cittadini. Sono principi che fondano la loro ragione di essere unicamente nella propria applicazione sostanziale. La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo rende sostanziale uno degli aspetti dell'ugualianza e della laicità: l'illegittimità di un simbolo di una confessione religiosa posto come attributo di una istituzione pubblica.

Il crocifisso, nella fattispecie, è il simbolo della confessione cattolica e della Chiesa di Roma, neanche del cristianesimo, ed è banalmente tanto ipocrita quanto antistorico definirlo unicamente simbolo universale e di pace. Sin dall'inizio del suo uso iconografico («con questo segno vincerai», frase che accompagnava la prima vittoria di Costantino su Massenzio del 312) il crocifisso, infatti, ha costituito il simbolo della vessazione e della guerra. Nel corso dei secoli è stato il vessillo sotto il quale sono stati compiuti indicibili crimini che sarebbe lungo elencare, motivati da intolleranza, odio e fanatismo, che hanno soggiogato con la violenza persone, civiltà e progresso della conoscenza. Il crocifisso, perciò, non è affatto un simbolo universale, ne portatore di valori condivisi.

Il principio di laicità, riconosciuto in tutte le costituzioni degli stati moderni e sul quale si fonda la sentenza della corte di Strasburgo, rappresenta oggi un baluardo a garanzia dei diritti inviolabili dell'uomo. E l'Europa, attraverso il voto unanime dei suoi giudici, ne impone il rispetto anche all'Italia.

Circolo UAAR di Cosenza
cosenza@uaar.it


21/11/2009

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Fonte: http://www.aiellocalabro.net/expo/notiziario/archivio/archivio-notizie-da-aiello/anno-2009/iacucci%2c-non-toglieremo-il-crocifisso/corcifisso-dibattito.aspx
Data: lunedì 25 novembre 2024 - 03:59:36