Labbra asciutte da non riuscire quasi a dischiuderle. Passatina leggera di lingua unta di saliva.
Maledetti calzoni troppo corti, o troppo strappati che s’attaccano alla pelle slucidata del sedile. Strade vuote e volatili troppo pennuti. Poi il vento. Poi i gigli viola lungo la via. Poi il freddo ai piedi nudi d’infradito. Poi un mezzo sorriso dentro lo specchietto. Poi la libertà. Quella agognata. Quella persa. Riccioli sbiaditi dal sole coperti da un turbante troppo duro e rondeggiante. Schiena bruciata dalla voglia di andare.
Tu ed una vecchia moto, timbrata anni ’60, livida di ideali. Tu e una vecchia moto…. Che impenna marce forti, che impenna le marce che tu vuoi…. E va,come vai tu. E va… e quel che esiste è solo una linea da seguire, che brucia dentro gli occhi, che fa quasi dimenticare un masso caduto da anni su quel tratto di via. Fugge l’anima nel suo tempo e lascia nell’indietro complessi e teorie, analisi e filosofie, storie di tutti i giorni, o forse solo guai. Ambizioni. Successi nel normale. Quotidianità. Piccoli progetti.
Succo d’universo è scivolare via. Sentirsi importanti e sentirsi bene, non avere più voglia di tornare indietro…. Indietro dove la vita aspetta e cambia ed è un po’ come una monetina lanciata nell’aria. Testa, vince lei. Croce, vince sempre lei. E una mattina ti svegli, scansi le tende e….. No, oggi non sarà una bella giornata …. ‘Dove diavolo è finito?’, sussurri dentro ai denti, ‘Dove l’avrò lasciato?’. Cerchi dappertutto e non lo trovi….. non trovi più quel che pensavi ieri….. fantasie e storiette, un’amica ed una vodka, un diario e due pennelli, un muretto e poche stelle, una fermata affollata per parlare, un giorno al mare per imparare a nuotare. Pim pum pam….. fuggi da quest’ansia di non sapere più chi sei….
Tra un po’ ti sposi e non sai chi invitare.. Tante cose hai perso andando avanti… tante mani, tanti nomi.
Tu, beh, non te lo aspettavi di poter cambiare. Ma è successo e non te ne eri reso conto.Indietro non ci torni, ora non si può più farlo.
Si aspettano ancora, e ancora più di prima, le emozione e non si può più rimandare. Rimpiccioliscono le immensità. Non fanno più paura le ombre nascoste o, forse, quelle si….. I mostri nelle soffitte son solo ragnatele. Gli ufi alla finestra son farfalline che girano nella sera e s’attaccano alla luce infinita di qualcosa.
S’allarga l’addome e si restringono i cucchiaini quasi fino ad apparire invisibili sotto i granellini di zucchero. Cambiano i pensieri. E s’aggiungono certi ricordi, altri si cancellano. Altri non ci sono mai stati. E non vuoi tornare indietro, e non vuoi scendere da quella moto e non vuoi più guardare un pezzo della tua vita lasciarti lì, come se non fossi mai esistito, come se non ci fossi mai stato….. perché c’eri e c’eri da morire, poi la vita ti ha sottratto, poi la vita ti ha legato….. poi tu hai dimenticato….
No, non si possono dimenticare tante cose vissute insieme. Fingi che non ci siano state, per non piangere da solo, per non rimpiangere ogni cosa….. per andare avanti con quel che hai e non voltarti mai perché se lo fai, anche se quella che dai è solo un’occhiatina, tu sei sicuro di non poter più camminare nel presente che si presenta in sinergia con il futuro.
E con il viso sempre uguale e le ciglie un po’ accorciate, sei uguale nella forma ma diverso nel pensiero, finzione spudorata di chi non vuole perdere quel poco guadagnato con sudore per quel niente importante che sarà sempre nel tuo cuore…. Dolce, unico ricordo affondato dentro al mare, ripescato ogni tanto, sgualciato dal nostalgico dolore…..
Scendi dalla moto, dal tuo perderti in te stesso e nelle tue parole impronunciate nel fumo grigio-nero della marmitta rumorosa. Viaggiatore sul passato….. il contachilometri non ha contato…. La tua strada è segnata sulla pelle, sulle pietre schiacciate, sulla mappa stropicciata, dentro l’occhio di qualcuno che t’ha visto e non si è ricordato che tutto può cambiare tranne quello che c'è stato.