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Box Terremoto 1905

«II terremoto», viene evidenziato nella scheda relativa al sisma contenuta nel Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980, ING-SGA, op. cit. pp. 449-450 «si manifestò con maggiore violenza nell'area compresa fra Aiello in provincia di Cosenza, e il massiccio del monte Poro, su cui sono situati Monteleone (l'odierna Vibo Valentia), Triparni, Cessaniti, Piscopio, San Gregorio, Zammarò, Parghelia e Zungri. In 37 paesi i crolli interessarono la grande maggioranza degli edifici, quando non la loro totalità. A Pizzo, molte abitazioni divennero inabitabili e a Monteleone fu danneggiata soprattutto la parte bassa della città, tanto che le strade furono descritte come un cumulo di macerie.

I paesi maggiormente colpiti furono quelli verso la costa tirrenica, fra i capi Suvero e Vaticano; i meno colpiti quelli compresi nell'estremità meridionale della Calabria. Danni si verificarono anche alle isole Lipari e in circa 30 comuni della provincia di Messina. Il terremoto fu avvertito distintamente in tutta l'Italia meridionale e nella Sicilia orientale: la scossa fu sentita in modo molto sensibile a Catania, nella zona etnea, ad Augusta e a Siracusa, in modo più leggero fino a Palermo. In Basilicata fu avvertito sensibilmente a Rionero in Vulture e a Nova Siri, e causò qualche danno a Colobraro, si sentì, inoltre, una forte scossa a Tarante e ad Andria, più leggera a Lecce. La scossa fu avvertita anche a Napoli. Secondo i dati ufficiali del governo, i comuni danneggiati dal terremoto furono 326, con 753 nuclei abitati, popolati da 1.189.306 persone.

I morti furono 557 e 300 mila i senzatetto. Le case danneggiate in tutta la Calabria risultarono 14.100, delle quali 8220 crollarono o dovettero essere demolite perché non riparabili; 7400 furono puntellate. I caratteri edilizi prevalenti ebbero un ruolo importante nel determinare gli effetti del terremoto: materiali poveri (ciottoli, mattoni di fango e paglia, pietrisco legato con malte terrose) si univano a esecuzioni costruttive spesso sommarie, dovute alla povertà e alla precarietà degli insediamenti. Negli atti della Commissione parlamentare su questo terremoto (1909) le case dei contadini vengono descritte come "tuguri da trogloditi", Le cattive condizioni statiche delle case, causate anche da precedenti eventi sismici, ampliarono l'effetto del terremoto. Le buone costruzioni avevano quasi dovunque resistito. Le case degli "americani", cioè degli emigrati arricchiti, costruite con buoni materiali e seguendo le regole architettoniche, ebbero una resistenza incomparabilmente maggiore delle altre anche nelle zone più prossime all'area dei massimi effetti. Nella ricostruzione furono adoperati gli stessi materiali e in gran parte usati gli stessi sistemi costruttivi, cosa che fu deplorata da Baratta (1908).

Per quanto riguarda gli effetti sull'ambiente, in concomitanza con la scossa principale, furono segnalati effetti di maremoto, sia in mare aperto che sulle coste. Segnalazioni di improvvisa e violenta agitazione del mare giunsero da equipaggi in navigazione nel tratto fra le isole Eolie e le coste calabresi e siciliane; lo scuotimento fu forte vicino a Stromboli e più lieve nei pressi di Panarea e Lipari (dove fu spezzato il cavo telegrafico sottomarino che collegava l'isola a Milazzo); un tremolio con mare calmo fu sensibile anche nello Ionio, nei pressi di Punta Stilo. Sulla costa calabrese l'ondata sommerse il tratto di spiaggia fra Vibo Marina e Tropea, dove furono trascinate in mare 5/6 baracche, e i litorali di Scalea e di Catanzaro Marina; seguirono bassa marea e intorbidamento del mare.

Una improvvisa alta marea fu notata anche sulle coste siciliane: a Milazzo, con mare perfettamente calmo, vi fu ogni due minuti alternanza di alta e bassa marea (75 cm di variazione di livello). Fessurazioni del terreno, scoscendimenti ed estesi movimenti franosi si produssero in numerosissime località, soprattutto nella zona fra il monte Poro e il golfo di Sant'Eufemia. In quasi tutta la regione calabrese (soprattutto nella provincia di Catanzaro e nella parte settentrionale di quella di Reggio Calabria) si notarono variazioni di portata e aumento di temperatura nei corsi d'acqua e nelle sorgenti (spesso con intorbidimento), e comparsa di polle d'acqua (specialmente nei dintorni di Rosarno e a Feroleto Antico). Le acque termali presentarono un generalizzato aumento di portata (molto evidente a Sambiase) e di temperatura. Una importante eruzione di fango avvenne nella valle del Drago, presso S. Sisto dei Valdesi».

Tratto da: Kostner, La Tragedia di Aiello, Klipper, pagg. 47-48

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non ho ancora visto il programma, ma credo che siano iniziative di spessore. Speriamo che saranno gestite con la giusta professionalità. Ciao a tutti

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