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La sovranità appartiene alla finanza. Mentre nel piccolo mondo nostrano si discute di gran lena di cose inutili, lor signori prendono decisioni fatali

LA SOVRANITA’ APPARTIENE ALLA FINANZA - I temi che da noi occupano le prime pagine dei giornali e i primi spazi dei rotocalchi televisivi, fuori dai nostri confini vengono considerati gossip con cui svagarsi nell’attesa dal dentista o dal parrucchiere. Ormai siamo così fuori dalle vere problematiche che agitano il nostro presente che appena mi capita di parlarne vengo guardato come uno stralunato. Mi è capitato, pochi giorni fa, di essere a cena con amici tutti di una certa levatura mentale, tutta gente che legge i giornali, ha sempre un libro in mano ed ama conoscere ciò che ci circonda. Uno di loro mi ha chiesto cosa mi stesse capitando di interessante in questi giorni ed io ho risposto che l’argomento su cui puntare la lente di ingrandimento e le aspettative, oggi, è il quantitative easing. Sia i signori che le signore mi hanno guardato come se stessi parlando dell’araba fenice. Si dice che un tempo i preti parlassero latino per non farsi capire dal popolino. Oggi la finanza, quella che conta per davvero, parla in inglese forse per lo stesso motivo. Ma a me non dispiace spiegare.

Dal 2008 ad oggi la locomotiva dell’economia americana, che ormai è uscita abbondantemente dalla recessione, ha potuto camminare non solo perché aveva carburante abbastanza ma anche perché era un carburante drogato, perché ogni giorno la sua Banca Centrale iniettava negli ingranaggi una buona dose di doping. Per il momento chiamiamo questa droga quantitative easing e senza dire cosa è diciamo cosa fa. Le banche hanno avuto bisogno di soldi dopo la crisi del 2008? La Banca Centrale ha stampato per loro e dato miliardi di dollari. Il governo ha avuto bisogno di denaro per sostenere una dirompente spesa pubblica? La Banca Centrale ha provveduto a fare arrivare fiumi di miliardi di dollari. Inoltre ha comprato tutti i titoli tossici ed indigesti che appesantivano la pancia delle banche americane, ha rilevato i crediti sui mutui e ha comprato a mani basse i titoli di stato governativi che stavano per diventare spazzatura per via di un debito pubblico al cui confronto il nostro, pur mastodontico, è una briciolina. Sto parlando di una cifra che supera i 2.000 miliardi di dollari. Attualmente queste punture arrivano al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese. Questa iniezione di liquidità forzata, perché non prodotta dall’economia reale, si chiama quantitative easing che significa allentamento monetario. Insomma quando si tratta di stringere la cinghia perché c’è poco denaro la Banca Centrale fa una puntura che permette di allentare la cinghia e così l’organismo respira. Ma non respira perché ci sono buoni polmoni ( economia reale ) ma perché ci sono buone bombole di ossigeno ( economia finanziaria ). Ma questa bombola è inesauribile? Praticamente si. Ma come tutte le medicine ha i suoi effetti collaterali che si scaricano su tutto il pianeta, anche da noi, anche se pensiamo ad altro.

Innanzi tutto le signore banche che hanno beneficiato di questa manna non hanno immesso nella economia reale i soldi piovuti dal cielo. Hanno preferito assestare i loro bilanci. Infatti la disoccupazione si mantiene ancora a livelli alti ( 7,5% contro il 6% atteso ) e l’inflazione è ancora troppo bassa per esserci vera ripresa ( 1,6% ). Il dollaro si è mantenuto a prezzi bassi favorendo le esportazioni USA anche contro quelle europee. A farne le spese sono state inoltre le economie dei paesi emergenti verso cui l’Europa e l’Italia esporta. In Turchia, Brasile, Corea e Thailandia questo fiume di denaro ha creato un tale aumento di moneta che sono stati costretti a tassare i dividendi sui capitali stranieri del 15%. Inoltre i prezzi delle monete dei paesi emergenti sono ormai in caduta libera perché spuntano dollari da tutte le parti e non avranno la forza di comprare se dovranno pensare a sopravvivere. Intanto mentre scrivo arriva la notizia che i quantitative easing ancora dureranno. Nessuno sa cosa sono ma tutti ne sentono gli effetti.

19 settembre 2013 Eugenio Medaglia

eugeniomedaglia@gmail.com    

23/09/2013
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