la Rubrica di Eugenio Medaglia
LA NUOVA FRONTIERA DELLA VALUTA ELETTRONICA. Nasce una nuova moneta senza banca centrale e senza zecca di stato. Dove ci potrà portare?
È di pochi giorni fa la notizia che negli USA sono nati i primi bancomat che erogano BITCOIN. Il cliente versa moneta sonante e ne riceve moneta virtuale. In verità che tutta la moneta fosse virtuale lo si capisce chiaramente considerando l'enorme sviluppo dei conti correnti telematici, degli acquisti in internet, dell'uso delle carte di credito e dell' e-commerce. Insomma la globalizzazione ci ha fatto finalmente capire che il denaro non ha un'anima. Prima il denaro veniva tesaurizzato, inscatolato, nascosto sotto il pavimento o dentro il materasso e tenere qualcosa di tangibile in mano dava la sensazione della ricchezza. Si aveva la sensazione che il benessere fosse una virtù inerente alla carta moneta, come se questa avesse un'anima e quindi il potere di sprigionare una qualità. La storia invece ci ha fatto capire che il denaro è pura quantità e non nasconde dentro di se nessuna essenza, si conta soltanto, per mezzo dei numeri. Era così anche agli albori della civiltà. La storia delle continue inflazioni e delle disastrose crisi finanziarie dimostra che tutto poggia su un castello di carta ( nel vero senso della parola ). Ma la nascita di una nuova moneta esclusivamente virtuale porta alle estreme conseguenze quello che prima era solo e semplicemente abbozzato.
Cosa sono i Bitcoin? O meglio cosa è il Bitcoin?. Bisogna avere una buona capacità di astrazione per capirlo e faccio come altre volte appello alla pazienza e alla intelligenza del lettore. Ma ne vale la pena perchè presto o tardi il Bitcoin farà parte della nostra vita quotidiana, specialmente se pensiamo al suo notevole sviluppo negli ultimi anni.
Bitcoin fu creata nel 2009 da un collettivo che si nasconde sotto uno pseudonimo giapponese: Satoshi Nakamoto. Nel caso di Bitcoin non esiste una banca centrale con il potere di stampare moneta. Chiunque può "coniare" Bitcoin, ma a condizione che sappia risolvere con l'ausilio del suo computer dei problemi matematici complessi. Il numero di Bitcoin che può essere creato ha un limite, dunque la "liquidità" non può essere aumentata all'infinito a differenza, per esempio, di quel che la Federal Reserve sta facendo con i dollari. Il valore dei Bitcoin poggia sulla stessa base su cui poggia il valore delle altre monente: la fiducia. Nel mercato fino a quando il consumatore assegna valore al prodotto, il prodotto vale e vale nella misura in cui il valore viene assegnato. Non esiste un cosiddetto valore intrinseco e non esiste nemmeno la immaginaria differenza tra valore e prezzo. Nel mercato la merce vale tanto quanto costa perchè se valesse di meno nessuno la comprerebbe e se valesse di più sparirebbe dal mercato. Quindi se esiste allora significa che ha raggiunto il suo equilibrio. Per il Bitcoin vale lo stesso discorso: ha valore nella misura in cui viene richiesto e consumato. Chiamarla moneta "virtuale" ormai è riduttivo. Quattro anni dopo la nascita di questa valuta digitale (2009), negli Stati Uniti ormai si moltiplicano gli esercizi commerciali "fisici", che esibiscono in vetrina l'annuncio "Bitcoin accepted here". Hanno cominciato a proliferare nella Silicon Valley californiana, poi si sono diffusi in tutta la West Coast, infine in altre zone degli Stati Uniti. Si tratta ancora di una minoranza, e per lo più sono dei locali che si rivolgono a una clientela giovane, tecnologica. I Bitcoin possono essere scambiati solo nel formato digitale, non esistono "su carta". Il loro valore viene fissato in tempo reale su delle vere e proprie Borse globali, dove gli investitori comprano e vendono il bene raro. E qui s'incontra un primo problema serio che può compromettere il futuro di Bitcoin e delle fortune finanziarie dei loro utenti. E' la sua eccessiva volatilità . Per fare un esempio: nel gennaio di quest'anno Bitcoin valeva 13 dollari, qualche settimana fa ha toccato i 900 dollari. La quotazione media della settimana, a 548 dollari risponde a una circolazione globale di Bitcoin pari a 6,6 miliardi di dollari. Per altri beni d'investimento la volatilità può essere un effetto collaterale della febbre speculativa: abbiamo visto l'oro andare su e giù sulle montagne russe negli ultimi anni. Ma una moneta, usata come mezzo di pagamento nelle transazioni commerciali di tutti i giorni, deve avere una certa stabilità. Se non esiste nessuna banca centrale incaricata a creare stabilità dove ci potrebbe portare la speculazione? Il Bitcoin è l'ultima trovata dello sfrenato neoliberismo. La sua diffusione è inarrestabile ma anche i dubbi che si trascina sono ineludibili.
24 febbraio 2014
Eugenio Medaglia. (eugeniomedaglia@gmail.com)
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