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Navi tossiche. Nuova inchiesta e foto shock dalla Somalia! Mentre sulla presunta Cunsky ancora dubbi.

Roma, Italia — Sei terribili foto. Mai pubblicate prima. Prove inconfutabili di un traffico di rifiuti sospetti verso l'Africa. Le diffondiamo oggi con la nostra nuova inchiesta sulle navi tossiche, che riassume più di vent'anni di traffico di rifiuti tossici e radioattivi.

Le foto risalgono al 1997 e dimostrano come centinaia di container dal contenuto di dubbia provenienza siano stati interrati nel porto di Eel Ma'aan in Somalia, costruito da imprenditori italiani.

L'inchiesta elenca numerosi casi di esportazione illegale di rifiuti pericolosi: alcuni sono stati bloccati anche grazie a noi, mentre in altre occasioni questi vergognosi carichi sono spariti, a volte "dispersi" in mare. Di molti non abbiamo mai saputo nulla. Viene tracciata anche l'evoluzione di questo traffico che, da attività individuali, si è organizzato in una "rete" di cui nomi di persone e imprese sono spesso stati segnalati a investigatori e magistrati. In troppi l'hanno fatta franca e il sospetto che "la rete" operi ancora oggi non può non affacciarsi.

La nostra inchiesta solleva anche profondi dubbi su come siano state gestite le operazioni per fare luce sul presunto ritrovamento del relitto della "Cunski", al largo di Cetraro. Ci sono indicazioni chiare che il Ministero britannico della Difesa abbia offerto al governo italiano mezzi e personale qualificato per effettuare le ricerche sottomarine a un prezzo inferiore rispetto a quello proposto da Mare Oceano, di proprietà della famiglia Attanasio, che ha effettuato l'operazione. Perché l'offerta britannica è stata rifiutata? Quali sono i termini del contratto della Mare Oceano? Non ce lo dicono! Sappiamo, però, che Diego Attanasio è coinvolto nel caso "Mills-Berlusconi".

Come denunciato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente in un rapporto del 2009, il traffico illegale di rifiuti tossici è un problema ancora rilevante. L'Agenzia sostiene che la Convenzione di Basilea, che impone il divieto dell'export di rifiuti tossici tra Paesi OCSE e non-OCSE, è ben lontana dall'essere pienamente applicata.

È necessario che l'ONU verifichi la presenza di rifiuti tossici a Eel Ma'aan e che l'Ue aumenti le misure di sicurezza per la prevenzione della produzione e traffico di rifiuti tossici. Inoltre, nel contesto delle attività dell'Osservatorio "Per un Mediterraneo libero dai veleni", chiede al Governo italiano che si crei un coordinamento tra le autorità investigative, un censimento delle attività già effettuate per la ricerca dei relitti delle "navi dei veleni" e l'esecuzione di un eventuale, successivo piano per identificare e rimuovere quanto più possibile i relitti pericolosi.

Se volete conoscere tutti i dettagli di questa vicenda, scaricate l'inchiesta e diffondetela. Abbiamo tutti il diritto-dovere di informarci per capire cos'è successo e succede. Oggi esiste una mole impressionante di fatti e dati che - anche se purtroppo non ha prodotto una verità giudiziaria - può permettere la ricostruzione di una verità storica ormai matura.

 

Leggi l'articolo di Greenpeace: http://www.greenpeace.org/italy/news/navi-tossiche

20/06/2010
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