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Magna Graecia, indagato il rettore

Furto di test a Medicina. Quaranta le posizioni al vaglio dei pm Curcio e Petrolo Anche docenti e funzionari nel fascicolo della Procura

26/03/2009 di STEFANIA PAPALEO

GermanetoTutto era partito dalle dichiarazioni di WM che, nel rilasciare piena confessione ai carabinieri che lo avevano arrestato per il furto dei test di ammissione alla facoltà di Medicina dell'Università “Magna Graecia” di Catanzaro, non aveva esitato a trascinare nel tritacarne della Procura altri impiegati dell'Ateneo, aprendo scenari inquietanti su una vicenda che, alla fine, ha coinvolto i vertici accademici fino al più alto grado. Rettore compreso.

È quello di FSC, infatti, il primo nome che figura nell'elenco degli indagati finiti al vaglio dei sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo che, nel ripercorrere la presunta catena di complicità, hanno appuntato la propria attenzione anche sulla docente P.D., sui funzionari AS, T.N. e F.M., su alcuni vigilantes e su decine di studenti universitari che avrebbero beneficiato della copia dei test trafugati, nel settembre del 2007, dagli scatoloni contenenti i plichi del desiderio. Tra di loro anche un'impiegata del Pronto soccorso, alla quale lo stesso W.M. raccontò di aver consegnato la copia dei test che le avrebbero fatto guadagnare sicuro accesso all'ambita Facoltà di Medicina e Chirurgia.


Per loro e altre 14 persone - 19 nel complesso - i magistrati hanno ottenuto la proroga delle indagini dal gip Tiziana Macrì, essendo i termini prossimi alla scadenza. In particolare, si tratta degli studenti T.C., A.P., D.D'A., S.A., A.P., K.P., G.L.R., M.C., E.C., A.V.  e V.L., dell'addetta alla vigilanza D.A.  e di S.L., rimasti coinvoti nell’inchiesta che ruota intorno alle ipotesi di reato che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, dal furto aggravato all'abuso d'ufficio, dal peculato al falso, rispetto alle quali restano, inoltre, indagati a vario titolo l'addetto alla vigilanza R.M., e L.M., L.G., A.O., P.M., P.F.M., D. R., D.C., G.I., P.S., C.R., A.P., P.C., A.B., P.T., G.C., E.L., L.L. e A.I..


Fin qui i 38 nomi, che vanno ad aggiungersi a quelli dell'addetto alle pulizie e alla vigilanza delle aule, W.M., e dell'informatico A.C., finiti in manette, lo scorso anno, per il furto che fece gridare allo scandalo l'Italia intera, sfociando nell'annullamento dei test per l'ammissione nell'anno accademico 2007/2008 ai corsi a numero chiuso di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria dell'Ateneo calabrese, tra i mugugni dei candidati che li avevano regolarmente superati. Alcuni studenti convocati in un primo momento dagli inquirenti avevano già ammesso di aver conosciuto in anticipo gli argomenti oggetto della prova, confermando così la manomissione dei plichi contenenti i quiz, tra cui la madre di uno studente che si è anche opposta alla proroga delle indagini concessa dal gip. Proroga che, in effetti, serve ai magistrati per valutare meglio ogni singola posizione, al fine di verificare ruoli e responsabilità in una fase dell'inchiesta che permette solo di avanzare delle ipotesi e che vede i vertici dell’Ateneo indagati per un atto dovuto e necessario a portare avanti le indagini. Nessuna certezza, dunque, rispetto ad indizi ancora in cerca di riscontro, da parte dei carabinieri impegnati negli accertamenti.
 

fonte: Il Quotidiano della Calabria
26/03/2009
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