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Santa Lucia di una volta, fiera, fede e i “giorni contati” della credenza popolare

Santa Lucia

 

Il 13 dicembre il calendario ricorda Santa Lucia. Una festa che rappresenta ancora oggi una porta che si apre verso le festività natalizie, mentre una volta, per il mondo contadino, rappresentava l’ultima occasione, che conserva ancora adesso un antico sapore, per fare le provviste in occasione della tradizionale fiera (quest'anno si è vista qualche bancarella solo sabato 12...), prima del lungo inverno.

Ad Aiello - negli ultimi decenni il luogo di svolgimento è piazza santa Maria dove acquistare gli ultimi addobbi per l’albero o il presepe, i “mustazzuoli” di Soriano o il novellame di Amantea - una volta la fiera era tutta concentrata a Piazza del Popolo, meglio conosciuta come “a Praca” (dal greco roccia), un quartiere allora preminentemente commerciale, piena all’inverosimile di “ferari”. Per ben 5 giorni, Aiello era come un grande mercato dove si smerciavano biancheria, ferramenta, animali. Fra le merci vendute, come annota in un libro del 1985 l’antropologo Giovanni Sole, risultano per il 1848: 900 pecore ed altri animali e 10 botti di vino tracannato dagli avventori che si recavano in paese.
L’aspetto più eminentemente religioso, invece, si svolgeva in San Giuliano, dove si venerava la protettrice della vista (in questi giorni la luce solare è al minimo per la brevità dei giorni) ed alla quale era dedicato un altare sulla navata sinistra*.

La santa, appartenente ad una famiglia aristocratica siracusana, sotto Diocleziano, nel 304, subisce il martirio per ordine del governatore Pascasio. Altre fonti ricordano il rifiuto della giovine di sposare un tribuno romano, il quale la punì facendole cavare i bellissimi occhi, o secondo altre, fu proprio lei a cavarseli e mandarglieli, riponendoli in un piattino, dato che il tribuno ne era rimasto affascinato.
Ma al culto della santa si innestano anche credenze popolari. Quella che trae origine dal sapere contadino – comune ad Aiello come in tutti i paesi calabresi -, vuole che a partire dal 13 dicembre, per prevedere il tempo meteorologico dei vari mesi dell’anno seguente, si cominciasse a contare i giorni che mancavano per Natale. Per cui il 13 era gennaio, il 14 febbraio e così via fino al 24 riferito a dicembre. Si era convinti che le stesse condizioni di tempo registrate nei "giorni contati" si sarebbero ripetute nei mesi corrispondenti.


NOTA - *La statua di S. Lucia è stata restaurata nel 2004, in occasione delle celebrazione del 1700° anniversario del martirio della Santa, patrona di Siracusa, avvenuto sotto Diocleziano nel 304, grazie all’interessamento del reverendo don Ortensio Amendola - e grazie soprattutto al finanziamento del restauro da parte di alcuni fedeli (per la cronaca dai signori Rosa Giannuzzi e da Eugenio Giardino). Le operazioni sono state eseguite dalla ditta “Daniela Del Francia” di Roma, la stessa che aveva eseguito, magistralmente, il restauro conservativo di S. Geniale.
Come ci informa lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino, l’opera lignea, in verità di modesta esecuzione, alla quale però il popolo aiellese è particolarmente affezionato, è stata realizzata nel primo ‘30ennio del ‘900 presso una bottega di Ortisei (Bz), per commissione dell'ex Parrocchia di San Giuliano Vescovo. Di modeste proporzioni, la S. Lucia – che ora si trova nella parrocchia di S. Maria Maggiore - ha forme aggraziate ed una delicata espressività; vi è raffigurata la Santa mentre ostende i suoi tradizionali attributi, gli occhi, la palma e la spada, e veste una tunichetta bianca decorata con un mantello purpureo sulle spalle.

Bruno Pino
15/12/2009
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