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L'Associazione atei chiede a Iacucci rispetto per lo stato di diritto

In riferimento al comunicato stampa del sindaco di Aiello Calabro (Cs) in merito all'affissione del crocifisso nelle scuole, pubblichiamo la replica del circolo UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) di Cosenza che, seppur non entrando nel merito delle posizioni espresse da Iacucci e dalla Corte di Strasburgo, chiede al Sindaco garanzie di rispetto dello stato di diritto e quindi di applicazione delle sentenze e non istigazione alla violazione delle stesse.

***

COMUNICATO STAMPA

Uaar – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
(www.uuar.it)
Cosenza, 18-11-2009

dirittoNon sappiamo cosa spinga un fantasioso amministratore pubblico a incoraggiare gli altri a porre un crocefisso nella propria stanza istituzionale e quindi a sfidare una sentenza della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Certo ci preoccupa l'atteggiamento di chi, come il Sindaco di Aiello Calabro Iacucci, confonde il ruolo istituzionale con quello privato suo personale, le proprie convinzioni con le motivazioni di una sentenza legittima emesse in nome dei diritti universali e la stanza del sindaco che insedia pro-tempore con quella di casa sua.

Né il municipio né tantomeno le scuole sono case private, bensì sono case comuni di tutti i cittadini. Parallelamente la democrazia e il pluralismo passano dal rispetto delle minoranze e dai principi di ugualianza e di garanzia per diritti fondamentali della persona, tra cui il diritto al proprio credo. Secondo la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la presenza del crocefisso appeso nelle classi “potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso.... Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione” e, inoltre, questo costituirebbe “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”.

Secondo il sedicente “laico” Iacucci, invece, il crocefisso "non è solo un simbolo religioso, ma rappresenta la nostra tradizione e, perciò, come tale, non può infastidire nessuno". Anche non condividendo, e non entrando nel merito della questione, rispettiamo il suo punto di vista, così come bisognerebbe rispettare il punto di vista di chiunque. Ma non possiamo accettare prese di posizioni che invitano di fatto a sfidare la legittima sentenza del più alto organismo europeo di tutela dei diritti fondamentali della persona.

C'È DA CHIEDERSI AMARAMENTE SE QUESTI FANTASIOSI “LAICI” SIANO CONSAPEVOLI DI VIVERE IN UNO STATO LAICO E DI DIRITTO O SE QUESTE LORO POSIZIONI, CHE SANNO TANTO DI QUEL MENEFREGHISMO E POPULISMO A CUI LA POLITICA CI HA ABITUATO, NON SIANO INVECE UNA INTOLLERABILE OFFESA ALLA COSTITUZIONE DEMOCRATICA, CHE IMPONE IL RISPETTO E NON LA VIOLAZIONE DELLE DECISIONI DEGLI ORGANISMI SOVRANAZIONALI QUALE È, APPUNTO, LA CORTE DI STRASBURGO.

 

CIRCOLO UAAR COSENZA  - COSENZA@UAAR.IT

19/11/2009
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secondo me... DIO non voleva essere al centro di queste polemiche TERRENE...ilsuo messaggio era ben altro..e sicuramente non POLITICO. Io direi che di problemi AIELLO ne ha tanti che si parli di questi e non di cose che rientrano prettamente nella sfera ULTRATERRENA. Sindaco, non dico altro ma ALMENO LA LIBERTA' RELIGIOSA......


ancora una volta il sindaco di Aiello ne escogita una per fare parlare di se.La prova è nei vari commenti che si leggono.Questo sindaco è veramente un "politico di serie A".In un piccolo paese come Aiello è sprecato dovrebbe fare "il grande salto" solo che se lo tenta potrebbe cadere rovinosamente "dimostrando tutto il valore".Alle prossime regionali ci provi(magari pregando il crocefisso).!!!


Il governo si è opposto, ha presentato ricorso alla sentenza e occorrerà aspettare che altri giudici si pronuncino nuovamente con una sentenza definitiva. Dopodichè bisognerà prenderne atto. Se avessimo ascoltato frasi del tipo "Non siamo d'accordo con la corte di Strasburgo e confidiamo che il ricorso riesca a capovolgere la decisione assunta" sarebbero state perfettamente in linea con un sana dialettica politica. Ma le esternazioni come "Non toglieremo i crocifissi" fatte da Berlusconi come da Iacucci, "Non applicheremo la sentenza" fatta da Bossi, "Possono morire ma i crocifissi non si toccano" di La Russa, solo per citarne alcuni, mostrano l'intenzione di non applicare la sentenza a prescindere. E questa è una cosa preoccupante. Non sottovaluterei l'allarme sollevato dall'UAAR perchè l'atteggiamento tenuto da Iacucci, che corrisponde a quello della stragrande maggioranza della classe politica nazionale, normale non è. Un premier che afferma "Anche se verrò condannato non mi dimetterò" e i tanti che esternano quello che abbiamo citato prima in merito al crocifisso, rappresentano campanelli di allarme del fatto che si sta scivolando (su intera scala nazionale) verso un pericoloso arbitrio istituzionale. Questa è una tematica importante e che non coinvolge solo la discussione sul crocifisso. Coinvolge, appunto, lo stato di diritto, sulla quale sarebbe utile una riflessione da parte di tutti.


Il governo italiano, attualmente, si è opposto alla decisione della corte, per questo motivo Iacucci può esprimere le sue idee sia come libero cittadino che come sindaco. A me non interessa, nello specifico, l'idea politica o religiosa del sindaco in oggetto, ma mi sembra oltremodo esagerata la polemica di questi signori dell'UAAR. Mi sembra che la loro preoccupazione sia il rispetto delle minoranze, ma su questo punto anche noi cattolici siamo sulla stessa linea, le rispettiamo e come! Proprio nel nome del crocifisso che il sindaco fa bene ad appendere in comune.


@ "670105 20/11/2009 21.35" - Una corte giudiziaria si occupa dei ricorsi che riceve e non di altro. Piuttosto è la politica (dai deputati ai sindaci) che, dovendo loro occuparsi di altro, stanno avversando in modo spropositato una sentenza che tutti i giuristi considerano scontata. Chiunque, come cittadino, ha il diritto di esprimere il proprio giudizio, ma chi ricopre ruoli istituzionali ha il dovere, nelle istituzioni, di garantire lo stato di diritto, applicando e facendo applicare le sentenze. Fare (e "suggerire ad altri" di fare) il contrario di quanto esse impongono è un atto politicamente e istituzionalmente illegittimo e grave.


menefreghismo? populismo? ma cosa..... tutte queste parole per chi ha voluto difendere una sua idea, seppure contraria alla corte di Strasburgo, che si dovrebbe preoccupare di altre faccende e non giocare un ruolo più estremista della stessa curia romana. W il crocifisso in tutte le stanze dei sindaci d'Italia!


@ "FABIO 19/11/2009 16.19" - Dai su, un piccolo ripasso della costituzione ti serve. Invece di andare a scuola forse andavi al catechismo per questo non sai cosa sia. http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html


Danilo Ame.

Oi Fabio stai calmo. Che sono sti modi? Guarda che siamo in democrazia non se ne deve andare nessuno dall'italia. Magari mandiamo via i mafiosi al limite. Che ne dite? Ma dove? A chi li diamo?


@ "libero 19/11/2009 15.45" - in italia non c'e spazio per l'atei ,io sono cattolico in italia siamo in maggioranza quindi se non ti trovi bene , puoi andare a vivere cina cosi la sono comunisti e andate d'accordo.


Io sono italianissimo e sono contrario che simboli di parte come il crocifisso, nei quali peraltro non mi riconosco, vengano esposti nei luoghi pubblici. Forse ti troveresti meglio in un paese come l'Iran che ha ancora la sua bella religione di stato ma mi spiace devi abituarti all'idea che l'Italia è uno stato laico e quindi di tutti, anche dei non cattolici.


il crocifisso non si tocca chi e' contro lasci l'italia per una volta son d'accordo con il sindaco. FABIO PAGNOTTA


Sembra che questi politicanti del PD prendano lezioni di legalità istituzionale direttamente da Berlusconi e cerchino di imitarlo nella sua opera di demolizione dello stato di diritto. Così Pittella e Sassoli trovano un esclusivo congiungimento con Borghezio e Cristiano (Magdi) Allam e, insieme, al Parlamento europeo (che nulla centra con la sentenza della CEDU) si fanno, e ci rendono, ridicoli agli occhi dei civili e laici stati d'europa. "Aggiungere e non togliere" dice Sassolì. Peccato che il giudice Luigi Tosti sia stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, per poi essere assolto in Cassazione, reo di aver "aggiunto" il simbolo dell'UAAR accanto al simbolo cattolico. La nuova guerra di religione (che è una battaglia di potere e che nulla ha a che fare con la fede) che alcuni cattolici integralisti e atei-devoti stanno facendo contro il diritto e contro il buon senso è indice dello squallore culturale in cui è caduta la politica italiana, nazionale e locale. Iacucci con questa sua ultima sua fuoriuscita (nella quale ha trascinato anche il PD locale) ha dimostrato di esserne un degno rappresentante.

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