Scritto da PAOLO OROFINO - Il Quotidiano della Calabria 23/05/2009
SERRA D'AIELLO - Incendio delle tre macchine: i carabinieri puntano i sospetti. Nella notte tra sabato e domenica scorsa tre autovetture, due a Serra e una ad Aiello Calabro, sono state date alla fiamme. Inizialmente si è anche ipotizzato che l'accaduto potesse aver un qualche collegamento con la triste vicenda dell'Istituto Papa Giovanni XXIII sgomberato e chiuso due mesi fa. Gli inquirenti, però, nei giorni successivi hanno scartato tale ipotesi.
Si ricorda, che ad Aiello Calabro è stata fatta bruciare una Ford Fiesta, mentre a Serra sono andate a fuoco una Fiat Punto e una Fiat Cinquecento. Gli incendi sono, certamente di natura dolosa e quasi certamente innescati dalla stessa mano. Si sospetta che l'automobile presa di mira fosse una delle tre, e che le altre due siano state incendiate per depistare le indagini. Questa è la direzione battuta dai militari dell'Arma della stazione di Aiello Calabro, che hanno tempestivamente indirizzato le indagini. Secondo indiscrezioni trapelate, pare che i carabinieri abbiano già puntato i sospetti su un uomo della zona, che a seguito di un contrasto con un conoscente abbia deciso di mettere in atto la ritorsione.
In sostanza, dopo il diverbio uno dei due contendenti, non soddisfatto di come erano andate le cose, avrebbe preso di mira la macchina dell'altro, incendiandola. Le altre due autovetture, poi, sarebbero state date alle fiamme al fine di confondere le acque. I carabinieri, in tale senso, stanno ultimando l'informativa da consegnare alla magistratura inquirente, che ha già formalmente aperto un indagine sull'accaduto. I carabinieri hanno già sentito i tre proprietari dei veicoli e anche altre persone per cercare per far piena luce sull'episodio. E' stato accertato, con l'aiuto di testimoni, che a bruciare per prima è stata la Ford Fiesta, che si trovava parcheggiata ad Aiello.
L'automobile è intestata a D. B., un giovane del posto. Si ritiene che la Ford Fiesta fosse il vero obiettivo da colpire. Secondo la ricostruzione degli investigatori, qualche ora prima s'era verificato il diverbio per un futile motivo. La notte stessa, quindi, è stata pianificata ed eseguita la missione punitiva. Per certi versi, un piano folle che avrà serie conseguenze penali. Al momento il procedimento avviato dalla procura della Repubblica di Paola è contro ignoti. Ma ben presto il colpevole ed eventuali complici potrebbero avere un nome e cognome.
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