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La settimana della Trasparenza di Agorà Digitale

Trasparenza
L’articolo 18 e l’amministrazione
Nel “Decreto Sviluppo” (Decreto Legge n. 83/2012) è previsto l’obbligo per tutte le Pubbliche amministrazioni italiane di pubblicare online in formato aperto, dal primo gennaio 2013, tutti i dati di spesa superiori ai mille euro. Infatti, l’art. 18 del Decreto prevede che: “La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere […] ad enti pubblici e privati, sono soggetti alla pubblicità sulla rete internet, ai sensi del presente articolo e secondo il principio di accessibilità totale”.
Tali dati devono essere resi disponibile nel modo più chiaro: è previsto che “e informazioni siano riportate, con link ben visibile nella homepage del sito, nell’ambito dei dati della sezione «Trasparenza, valutazione e merito», che di facile consultazione, accessibili ai motori di ricerca ed in formato tabellare aperto che ne consente l’esportazione, il trattamento e il riuso.
Rilevanti le sanzioni per chi non provvede: la pubblicazione dei dati sul sito internet costituirà condizione legale di efficacia del titolo legittimante delle concessioni ed attribuzioni a imprese, professionisti e consulenti.
In poche parole, la mancata, omessa o ritardata pubblicazione comporta l’illegittimità dei pagamenti effettuati.
L'Iniziativa di Agorà digitale
Agorà Digitale lancia la “Settimana della Trasparenza”: per la prima volta i cittadini passano al setaccio le spese della Pubblica amministrazione. Adesioni bipartisan, tra gli altri Antonio Ingroia, Pietro Ichino, e Ilaria Cucchi
Salvare una rivoluzione possibile, e farlo dal basso: dal 1 gennaio tutte le Pubbliche amministrazioni devono pubblicare l’elenco completo delle spese superiori ai mille euro effettuate dal luglio scorso, come stabilito dall’articolo 18 del decreto sviluppo, ma Pa impreparate e cittadini sommersi dai dati rischiano di vanificare questa opportunità senza precedenti.
Per questo Agorà Digitale lancia la prima “Settimana della trasparenza” con l’hashtag #SalviamoGliOpenData , una 6 giorni in cui i cittadini controlleranno il livello di trasparenza di tutte le amministrazioni (Comune, Provincia, Regione, ma anche la scuola dei propri figli, e il proprio ospedale) inserendo su una mappa sia i casi virtuosi sia tutte le inadempienze rispetto alla normativa. Questa iniziativa sarà ospitata dalla piattaforma www.eradellatrasparenza.it che si ripropone di diventare nei prossimi mesi il luogo di una rivoluzione in cui i cittadini a partecipare conoscere, comprendere e interrogare su ogni singola iniziativa di spesa intrapresa dagli enti territoriali a loro più vicini. Alla base c’è dunque la volontà di aggregare le micropotenzialità di ogni singolo per farne una più grande forza di cambiamento democratico del sistema.
All’impegno dei cittadini si affianca quello di politici, amministratori e candidati alle prossime elezioni a tuti i livelli: da Antonio Ingroia a Pietro Ichino, da Ilaria Cucchi al pioniere della trasparenza Paolo Coppola, arrivano bipartisan le adesioni al “Patto per gli Open data” (in fondo con la lista dei sottoscrittori), che impegna chi lo firma a spendersi, in caso di elezione, nelle sedi adeguate per l’affermazione della cultura dei dati liberati nella nostra Pa e per il rispetto delle leggi in materia.
A chi si rivolge l’iniziativa? Cittadini
Il riferimento cardine è il portale “L’Era della trasparenza”, che servirà ad orientare i cittadini nell’accesso agli Open Data della Pubblica Amministrazione e soprattutto facilitare la partecipazione attiva alla vita delle istituzioni.
I cittadini sono invitati a partecipare da lunedì 21 gennaio a un monitoraggio di massa, per verificare in prima persona la risposta delle amministrazioni ai nuovi obblighi di trasparenza in vigore dal 1° gennaio 2013. Nel corso di questa maratona si disegnerà in progress la mappa dei casi virtuosi e delle inadempienze, arricchita con grafici ed elaborazioni che permetteranno di verificare in tempo reale, minuto per minuto, tutti i dati relativi alle spese della Pa. Al termine della settimana sarà stilato e diffuso un report sulla trasparenza degli enti pubblici che su una mappa indicherà chi ha reso consultabili i propri dati in forma aperta, cioè facilmente reperibili, consultabili e riutilizzabili, e chi invece, semplicemente, non rispetta la legge.
A chi si rivolge l’iniziativa? Politici e amministratori
A politici ed amministratori, invece, Agorà Digitale propone di andare anche oltre la trasparenza e impegnarsi ad aprire un canale aperto e diretto con cittadini, per rispondere alle loro domande su pagamenti, sovvenzioni, contributi e altri investimenti finanziari delle amministrazioni e di chiedere al prossimo governo di riconoscere formalmente questo diritto di conoscenza a ogni singolo cittadino. Da un lato, dunque, chi da “dentro il palazzo” dovrà fare pressione affinché la trasparenza non resti lettera morta; dall’altro, chi amministrando in prima persona enti come Comuni, Asl e comprensori scolastici dovrà impegnarsi e impegnare la struttura che lo circonda ad allinearsi alla disciplina degli open data.
“Si tratta di una iniziativa senza precedenti in Italia”, spiega Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale. ”Per una settimana, ininterrottamente i cittadini potranno fare le pulci alla scuola che frequentano i propri figli, o all’ospedale dove si curano e reclamare il diritto a sapere come vengono spesi i loro soldi. Ma si tratta anche di un’enorme possibilità per amministratori e politici: in questa settimana potranno dimostrare di aver capito che sono la maggior apertura, la collaborazione, la trasparenza l’unica risposta all’antipolitica e alla sfiducia dei cittadini nelle istituzioni e l’unica strada per uscire dalla crisi della democrazia. Altrimenti cercheranno di convincerli i cittadini con la loro mobilitazione”.
“Vigilare sull’attuazione dell’articolo 18 del Decreto Sviluppo non significa solo richiedere trasparenza, ma anche avere amministrazioni più efficienti e un sistema economico più competitivo”, osserva Ernesto Belisario, responsabile legale di Agorà Digitale. “Bisogna poi evitare alcuni effetti paradossali della nuova normativa, come il blocco dei pagamenti. C’è arrivata segnalazione che alcuni Enti – pur di evitare pagamenti irregolari – non siano procedendo a soddisfare i propri creditori. Una misura radicale (e sbagliata) che rischia però di affamare decine di migliaia di fornitori della Pubblica amministrazione che sono in attesa di veder saldati i crediti che vantano nei confronti degli Enti. La mancanza di trasparenza, chiara violazione della legge, diventa anche in un costo sociale non più secondario e di medio/lungo periodo ma immediatamente quantificabile e percepibile”.
Per visualizzare il testo del Patto della Trasparenza e vedere la lista dei politici che lo hanno sottoscritto vai alla pagina Patto della Trasparenza
Bruno Pino
30/01/2013
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