AIELLO CALABRO – Le mafie, e in particolare la ‘ndrangheta, come l’altra faccia della globalizzazione. Che riproduce, dove si trapianta, modelli criminali e di comportamento antropologico uguali, per così dire, a quelli del luogo di origine, che evidenziano i forti legami di appartenenza. Un fenomeno criminoso con duplice dimensione, arcaica e nel contempo moderna, che soprattutto negli ultimi tempi, con le diverse operazioni di polizia, si è rivelato essere più pervasivo di quanto si pensasse. Che si è rafforzato, trasformato.
Il libro di Francesco Forgione, Mafia Export, al centro di un incontro tenutosi ad Aiello Calabro (Cs), si propone di fornire una mappatura geocriminale, un vero e proprio atlante, delle diverse estensioni nel mondo delle mafie quali Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. E di combattere – avverte l’autore - le ipocrisie che non vedono “le mafie fino a quando le mafie non insanguinano le strade”.
Durante il lungo intervento - più di un’ora -, l’ex presidente della commissione parlamentare antimafia, ha raccontato ai tanti presenti, molti dei quali giovani, le motivazioni che lo hanno portato a scrivere il libro, che si basa sulla ricostruzione di centinaia di atti giudiziari, e che racconta aneddoti e storie di diversi ‘ndranghetisti.
Insieme a Forgione, al sindaco Franco Iacucci che ha moderato l’incontro, e all’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Lucia Baldini che ha introdotto la serata, c’erano anche don Pino De Masi, vicario generale della Diocesi di Oppido-Palmi e referente di “Libera” in Calabria; don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud; e l’On. Salvatore Magarò, presidente della Commissione Antimafia della regione Calabria.
Don Giacomo Panizza ha testimoniato la propria esperienza di incontro con la ‘ndrangheta, in occasione dell’assegnazione alla sua comunità di diversamente abili, di Lamezia Terme, di strutture confiscate alle famiglie mafiose. Un racconto che però ha in sé il messaggio che la mafia si può combattere e magari vincere con l’impegno sociale.
Dell’aspetto pervasivo e “colonizzante” delle mafie che hanno messo mano all’economia mondiale ha parlato don Pino De Masi, stimolato dallo stesso don Panizza. Il sacerdote di Libera si è soffermato sull’ultimo capitolo “gli anticorpi”, chiave di lettura di Mafia Export. “Per combattere il nemico – ha detto - bisogna conoscerlo”. E il libro di Forgione “ci sprona a cominciare a sporcarci le mani”. Per sconfiggere le mafie, insomma, ha sottolineato don Pino, c’è bisogno di un lavoro di rete, della capacità di lavorare insieme, e di strategie comuni di lotta.
L’on. Magarò, che è presidente della commissione regionale antimafia, ha invece posto l’attenzione sulle iniziative politiche intraprese e da intraprendere. A partire dalla proposta della costituzione dell’Agenzia regionale per i Beni confiscati alla mafia; alle costituzioni parte civile della regione in tutti i processi per mafia; al conto corrente unico per tutti gli appalti degli enti pubblici calabresi dove far transitare le risorse in entrata ed uscita; all’anagrafe degli appalti e subappalti.
“Una serata bellissima di antimafia sociale – ha commentato l’ex parlamentare di Rifondazione comunista, ora docente di storia e sociologia delle organizzazioni criminali all'Università dell'Aquila -. Grazie al sindaco, all'Amministrazione comunale, ai tantissimi presenti e ai ragazzi e alle ragazze di Aiello Calabro che hanno scelto di passare insieme al mio libro una serata di impegno civile”.
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